Questa
è la pila che sta al centro del mio giardino, sotto il finto pepe, e
che disseta tutti gli animaletti dei dintorni, dalle due tortore che
hanno il nido sul cedro accanto e scendono ogni giorno in coppia per
lavarsi, alle gazze ladre che arrivano dal fondo del campo e ci lasciano
ogni volta una sorpresa, o qualche penna lunga e nera o uno scacazzo
fumante che sembrano un presagio, poi lumache e chiocciole che si
allungano dal bordo e se scivolano vengono risucchiate in basso
e il giorno dopo mi tocca ripescare i loro corpicini gonfi intrappolati
nei gusci sul fondo. E ciascuno dei miei cinque gatti più altri quattro
che vivono oltre il muretto e i più i svariati insetti che svolazzano
per il giardino o lo esplorano millimetro per millimetro con le
antennine scrupolose, e i grassi gechi e le lucertole che spuntano dalla
siepe a decine. Sarà forse che è cambiato il clima, ma non ne ho mai
viste così tante come quest’anno. Quando di noi non resterà più niente
sono certo che il giardino sarà tutto loro, secondo me le lucertole
vinceranno.
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