Ieri un amico, parlando con un collega editore, ha tirato fuori una questione importante. Gli ha chiesto: “Tu da che parte vuoi stare, vuoi stare coi grandi o coi piccoli, vuoi stare coi geni del male o con quelli che fanno ricerca?” Perché successo commerciale e ricerca letteraria qualche volta coincidono, molte altre volte no. Ci ripensavo stamattina, considerando che in fondo stiamo tutti (editori e autori) come il mio collega editore, tutti fieramente impettiti contro il male dell’editoria, ma più banalmente inseguiamo e ci lasciamo sedurre dal successo nella speranza che ci tocchi, che ce ne tocchi un po’ anche a noi. Poi, mentre facevo colazione, ho fatto a mente una lista di quegli autori che ho trovato (per me) assolutamente rivoluzionari, come una scossa tellurica rigenerante, e ho scoperto che non soltanto sono molto pochi, ma che la maggior parte di quei pochi non sa e non ha mai saputo cosa significasse pubblicare con una casa editrice di successo e assaporarne un po’, prima di morire in solitudine. Almeno da questo punto di vista chi pubblica con me può star sicuro che non sono in grado di riconoscere un “autore di successo” nemmeno se mi cambiassi gli occhiali. Non è molto da dare, ma perlomeno è una certezza.
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