Siccome anche io, come Interno Poesia, ho bisogno di una mano per la casa editrice, e vorrei ma non posso assumere nessuno, ho deciso di lanciare questo appello per dire che chi vuole può scrivermi in privato e io lo prendo a bordo con regolare contratto prematrimoniale, nel senso che non potendolo inquadrare come dipendente lo utilizzo professionalmente come coniuge ventiquattr’ore su ventiquattro (anche ore pasti), ma con regolare condivisione dei beni e possibilità di prendersi tutta la baracca alla mia morte, debiti compresi. Alla suddetta figura è richiesto di fare tutto ciò che già faccio io, prendersi ogni responsabilità come faccio io, senza guadagnarci nulla esattamente come faccio io (trattamento alla pari, insomma!), in nome di una “gloria da stronzi” (Guccini) per cui nessuno vi dirà mai grazie, al massimo “chi te l’ha fatto fare?”. Come incentivo, siccome siamo sposati, ci metto i massaggini ai piedi. Sarà una bellissima avventura, vedrete, piena di esperienze e incontri di ogni tipo (dall’esordiente analfabeta che si crede James Joyce al commercialista che ti striglia sulla prima nota) ed emozioni forti, soprattutto sui resi, come non potete ancora immaginare. Astenersi perditempo.
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