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lunedì 10 luglio 2023

dare a cesare

So che c'è a chi piace e a chi non piace, ma vorrei spezzare una lancia a favore del povero Pier Vittorio Tondelli che ha scritto anche molto altro rispetto a "Biglietti agli amici" che fra l'altro è il suo libro più brutto, non è nemmeno un libro in effetti, ma una pubblicazione privata di cui si è fatto scempio commerciale, e ogni volta che condividete la paginetta che dice ma io volevo baci grandi come laghi oppure ma io volevo tutto e mi sono dovuto accontentare, ecco secondo me non gli si sta dando proprio niente, nemmeno quello che è di Cesare.

sabato 15 luglio 2017

dopo la letteratura

Probabilmente Pier Vittorio Tondelli non è quel mostro di scrittore che fino ad alcuni anni fa lo si considerava, però Altri Libertini più degli altri resta un libro bellissimo, epocale, e soprattutto intriso di ironia e giovinezza abbinate alla ricerca di una voce oltre l’autore, in cui risuonasse il fremito (e non solo il dramma) del proprio tempo, tutte cose che spesso mancano alla nostra letteratura sempre troppo seria, troppo piena di sé, troppo presa dall’idea di dover dimostrar qualcosa. E infatti il mondo migliore per affrontare quel testo ridandogli un suo posto non è tanto paragonarlo al panorama letterario dell’epoca – che sembra gravitare in un altro universo, a parte forse Arbasino – ma proprio a un tipo di produzione artistica situata in un contesto narrativo parallelo, ma non per questo meno nobile, che ha fra i suoi esponenti di punta Andrea Pazienza, Francesco Clemente, il primo Vasco Rossi e Lucio Dalla post Roversi, ovvero dopo la letteratura.

venerdì 16 dicembre 2016

vecchi amanti

Forse il Tondelli che più ho amato è quello di Altri Libertini, di cui conservo una copia semidistrutta a furia di rileggerla in uno scaffale "degli affetti" dove tengo i libri che più mi hanno influenzato. Non si direbbe oggi ma quello e Un weekend postmoderno per me sono stati importantissimi. Il primo che ho letto, però, è stato Camere separate (un prestito di Dania che mi disse: dovevate incontrarvi prima o poi). Lo leggevo, questo libro così denso, e mi dicevo: ma ci si può mettere così a nudo nella scrittura? Poi ci ho provato per anni a denudarmi allo stesso modo, a togliermi la pelle di dosso per vedere di che colore fosse la mia stessa carne infetta. L'ho fatto coi miei poveri mezzi, ma Tondelli ha avuto la sua importanza in quel cammino. Si comincia a scrivere per imitazione, lo stesso Tondelli cominciò a scrivere questo libro influenzato da Ingebor Bachmann se non ricordo male. E poi, a furia di scrivere e di scriversi si trova una propria strada personale. E allontanandoti da loro, a volte quelli che leggevi non riesci più a capirli, o a sentirli come li sentivi un tempo. Qualcuno ti viene a noia, qualcuno lo ripudi, oppure rimanete amici o resta lì a guardarti da lontano come fa un maestro. Proprio come succede con alcuni vecchi amanti. Qualcuno ti resta nel cuore, e ogni tanto torna a bussare per chiederti di te, di chi sei diventato nel frattempo, anche se sa che difficilmente potrete ritrovarvi.