Forse il Tondelli che più ho amato è quello di Altri Libertini, di cui conservo una copia semidistrutta a furia di rileggerla in uno scaffale "degli affetti" dove tengo i libri che più mi hanno influenzato. Non si direbbe oggi ma quello e Un weekend postmoderno per me sono stati importantissimi. Il primo che ho letto, però, è stato Camere separate (un prestito di Dania che mi disse: dovevate incontrarvi prima o poi). Lo leggevo, questo libro così denso, e mi dicevo: ma ci si può mettere così a nudo nella scrittura? Poi ci ho provato per anni a denudarmi allo stesso modo, a togliermi la pelle di dosso per vedere di che colore fosse la mia stessa carne infetta. L'ho fatto coi miei poveri mezzi, ma Tondelli ha avuto la sua importanza in quel cammino. Si comincia a scrivere per imitazione, lo stesso Tondelli cominciò a scrivere questo libro influenzato da Ingebor Bachmann se non ricordo male. E poi, a furia di scrivere e di scriversi si trova una propria strada personale. E allontanandoti da loro, a volte quelli che leggevi non riesci più a capirli, o a sentirli come li sentivi un tempo. Qualcuno ti viene a noia, qualcuno lo ripudi, oppure rimanete amici o resta lì a guardarti da lontano come fa un maestro. Proprio come succede con alcuni vecchi amanti. Qualcuno ti resta nel cuore, e ogni tanto torna a bussare per chiederti di te, di chi sei diventato nel frattempo, anche se sa che difficilmente potrete ritrovarvi.
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