giovedì 22 dicembre 2016

ponti

Leggo tanti che si lamentano dell'italiano scritto coi piedi qui sui social, ma devo dire che forse più che quello a me fa orrore l'altro, l'italiano standardizzato che parlano gli altri, quelli che lo imparano a scuola e non hanno mai una scintilla di genio o di meraviglia mentre scrivono, un attimo di illuminazione nella parola, che Ungaretti descriveva come "scavata nella mia vita come un abisso". Questa gente che parla nella stessa maniera da sempre, che si ricicla all'infinito senza mai provare a giocarci con le parole, senza provarle mai in bocca, senza modulare una frase per inseguire un suono, una emozione, senza provare l'emozione dell'errore e stanno sempre lì a rimproverarti per ogni refuso come se fosse una colpa, un attentato alla lingua mentre si perdono la possibilità di esplorare nuove direzioni, mi fanno paura. Sono i controllori della morte della lingua quelli, gente senza ali e senza fantasia che Gadda, da buon ingegnere, disprezzava con tutte le sue forze mentre progettava ponti spericolati lanciati sopra il tempo.

1 commento:

amanda ha detto...

forse tra questi e quelli che ammazzano i congiuntivi come killer una via di mezzo si può trovare