Probabilmente Pier Vittorio Tondelli non è quel mostro di scrittore che fino ad alcuni anni fa lo si considerava, però Altri Libertini più degli altri resta un libro bellissimo, epocale, e soprattutto intriso di ironia e giovinezza abbinate alla ricerca di una voce oltre l’autore, in cui risuonasse il fremito (e non solo il dramma) del proprio tempo, tutte cose che spesso mancano alla nostra letteratura sempre troppo seria, troppo piena di sé, troppo presa dall’idea di dover dimostrar qualcosa. E infatti il mondo migliore per affrontare quel testo ridandogli un suo posto non è tanto paragonarlo al panorama letterario dell’epoca – che sembra gravitare in un altro universo, a parte forse Arbasino – ma proprio a un tipo di produzione artistica situata in un contesto narrativo parallelo, ma non per questo meno nobile, che ha fra i suoi esponenti di punta Andrea Pazienza, Francesco Clemente, il primo Vasco Rossi e Lucio Dalla post Roversi, ovvero dopo la letteratura.
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