lunedì 31 luglio 2017

mostricino

Il mio amore è un mostricino
per metà cuore per metà meschino.
Quando si riconosce si dà del mostro
ma è un mostro carino dunque
con affetto lo chiamiamo mostricino.

Eccolo lì che si mangia le dita
e si finge nel mio sguardo sensibile
ma insensibile nella sua vanità
si aggrappa a un niente e fa piani –
finché non passa la paura –

di futura prorompente felicità
che spazzi via in un lampo tutto il male.
«Dov’è il male?» Se lo chiede se
non riesce più a vedermi – allora mi cerca
finché non si ricorda che mi odia

allora si allontana per non odiarmi troppo –
perché senza di me poi che gli resta?
Un bellissimo nulla. Tutto il male.
La tentazione di non essere più nulla.
O forse di non essere mai stato.

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