Quando mi dicono che non è vero che la gente non legge, che il mondo è pieno di lettori, io mi scervello per ore cercando di capire perché questi lettori stanno tutti lontano da me. Aldo il zinzo, barbiere, mi dice che è perché ho tagliato la barba quindi ho perso da tempo l'aura d'artista che (come la forza nei capelli di Sansone) stava tutta lì, nel mio aspetto. Mi chiedo se sia vero, poi penso a Vittorio Feltri e a un video in cui si rivolge ai giovani perché si presentino meglio, dice loro che l'abito "non fa il monaco, ma fa il barbone" è allora penso che forse è per come mi vesto: al lettore piace il libro firmato, quindi di conseguenza gli piacerà anche l'abito firmato (e un po' di addominali mi disse una volta una ragazza). Poi arriva mio fratello e mi dà la sveglia: Antò, quello che ha detto Feltri per te non vale, sei pure vecchio oltre a vestirti male. Trovati un lavoro dove agli altri interessa davvero ciò che fai e non rompere le palle ai lettori.
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
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venerdì 14 luglio 2023
venerdì 26 giugno 2020
feltri si dimette
Leggo come tutti sono contenti che Feltri abbia dato le dimissioni dall'Ordine dei giornalisti, organismo che già di per sé è inutile e deleterio, e nessuno che si chieda come mai a una persona di 77 anni (che sia Feltri oppure un altro) sia consentito di stare a capo di qualsiasi cosa, compresa una testata giornalistica, invece di andare ragionevolmente in pensione permettendo un ricambio generazionale. Feltri, mi pare chiaro, non ha dato le dimissioni di sua volontà: dopo gli ultimi scandali gli avranno consigliato in privato di andarsene con le buone prima di arrivare alle cattive, e lui ha scelto la via più comoda per tutti. Così Feltri si è salvato "dignitosamente" il culo e la questione morale di cosa un giornalista può dire o non dire senza richiami o conseguenze professionali (compresi gli insulti ai meridionali) non è stata ufficialmente affrontata dagli organi compententi con il rigore che avrebbero dovuto mostrare. La deontologia professionale ancora una volta è salva da patate bollenti.
sabato 18 aprile 2020
la scuola secondo feltri
Ieri sera ho sentito Vittorio Feltri dire in tv che dovrebbero riaprire le scuole perché, secondo lui, queste "creature" come potrebbero mischiarsi mai il virus? e, anche a mischarselo, cosa rischiano loro? non ne avrebbero certo un danno, quindi meglio riaprire e basta. Mio fratello, che a scuola ci lavora, quando gliel'ho detto mi ha risposto che probabilmente Feltri non ha dei figli, o forse non ha più visto una scuola da quando l'ha finita lui, 50 anni fa, perché altrimenti lo saprebbe da sé che le scuole sono fra i focolai più pericolosi per la diffusione di qualsiasi virus, dal covid al semplice raffreddore. Basta un bambino infetto in una classe di 25 bambini e tu esponi al pericolo 25 famiglie oltre al personale della scuola... Quindi non si tratta di riaprire e basta, ma di capire come. E Barbara Palombelli, che seguo sempre con tanto affetto, rincarava la dose: se non riapriamo le scuole, le brave apine operaie a chi lasceranno i loro figli quando dovranno tornare a morire nelle fabbriche? Perché i figli sono importanti, ma lavorare di più.
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