Un’intera mattinata se n’è andata
per impaginare Venere il pianeta
che per uno strano scherzo del programma
offuscava il cielo alle sue spalle
col suo filtro d’amore. Così
più davo spazio a Venere
e meno si accendeva il cielo e se davo
spazio al cielo mi si spegneva Venere.
Alla fine ho mandato a fottersi il pianeta
e l’ho ridotto a un puntino scalciato
in fondo alla pagina.
Ho pensato che forse è tutta una metafora
non so bene di cosa
ma credo che valga un po’ l’adagio
che non c’è spazio a sufficienza per tutti
nemmeno nello spazio siderale.
Per avere un po’ di luce
in questo cielo c’è bisogno che
ne muoia prima un altro. Ed è meglio
molto meglio che sia il tuo.
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