Ho appena letto (non lo sapevo) che Nick Cave pensa che Bukowski come uomo fosse un cretino e come poeta faccia schifo. Mi è venuto da ridere perché ho pensato che Bukowski (che notoriamente ascoltava solo musica classica) avrebbe detto lo stesso della musica di Cave e di tutti quelli che preferiscono l'insalatona rock a Beethoven e Sinatra. E voi che ne pensate, chi fa più schifo dei due? O si equiparano?
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
martedì 15 giugno 2021
domenica 30 maggio 2021
il passero rosso
Ho ancora dei tuoi libri a casa, tutti di Bukowski, manco a dirlo. L'idea era quella di coltivare il pessimismo ottimistico, ma mica sempre ti riusciva. Ricordo certe incazzate epiche, a volte per un niente. Una volta te la sei presa per un panino con la mortadella. Eri comunque più libero di me, ma anche per questo più solo. Il che non ho mai capito se fosse un bene o un male. Però avevi un modo di parlare lento, a tratti stonato, forse per tutto il vino che ti sei bevuto negli anni, e per forza di cose, con te, uno doveva fermarsi e buttare all'aria ogni altro impegno e starti dietro. Qualche volta, lo confesso, ti ho bestemmiato i santi, ma era un’arte anche quella, in fondo, l’arte della chiacchiera e dei discorsi lunghi tirati fino a tardi. A dirsi cosa poi? Io non mi ricordo più niente, solo tutto quel tempo che se ne andava e questa cosa del pessimismo ottimistico e un certo brindisi che abbiamo fatto una volta, «Alla cattiva scrittura e ai pessimi amori», anche quello fregato a Bukowski.
giovedì 8 aprile 2021
parla da sé
Ho appena letto una discussione in cui due persone riprendevano, ancora una volta, la questione irrisolta della poesia “Non ho smesso di pensarti” di autore anonimo, ma che i più attribuiscono a Bukowski. Ricorda un po’, in minore, la storia della poesia “L'amicizia” che tutti attribuiscono a Borges (anche Matteo Renzi) pur non essendo opera dell’argentino. La cosa assurda è che a questo stadio non conta più nulla il fatto che sia oggettivamente troppo melensa per essere di Buk, e nemmeno che lo abbia dichiarato persino Simona Viciani, che è la sua traduttrice italiana: nella considerazione comune ormai “Non smetto di pensarti” si è a tal punto legata alla sua figura, che continua testardamente a riciclarsi come una delle massime creazioni dell’autore americano, fino al punto che viene da chiedersi cosa piaccia tanto della sua opera poetica, se poi per molti il suo massimo capolavoro è un apocrifo scritto da un altro. Ma guai a mettere in dubbio la cosa, si rischia di non essere creduti. Così è successo a chi ha commentato il post con la poesia: “Non è di Bukowski”; al che un altro ha risposto: “Non può essere”; “Perché non può essere?” ha chiesto il primo. “Perché è troppo bella per non essere sua”, che è il tutto e per tutto un assoluto a cui non si può rispondere con la logica, perché sconfina nella fede: se è bella è perché l’ha scritta Buk, punto. Io non ci provo nemmeno a commentarla una risposta così, perché implica tante di quelle cose sul rapporto fra pubblico e poesia e su quello fra poesia e autorialità, che ne verrebbe fuori una cosa lunghissima. La risposta, già così, parla da sé.
domenica 23 agosto 2020
la crepa (the crunch)
troppo poco
troppo grasso o
troppo scarno
o nessuno.
ridere o
piangere
chi t’odia
chi t’ama
estranei con facce come i
culi delle
puntine da disegno
eserciti che si fanno largo in marcia
su strade di sangue
sbandierando bottiglie di vino
e fottendo di baionetta
le vergini.
o un vecchio in una stanza modica
con una fotografia di M. Monroe
è così vasta la solitudine di questo mondo
che puoi osservarla nel lento movimento delle
lancette di un orologio.
gente sfinita
mutilata
dall’amore o da nessun amore.
ma davvero faccia a faccia la gente non è buona
l’un con l’altra.
il ricco non è buono con il ricco
il povero non è buono con il povero.
e ciascuno ha paura.
il sistema educativo c’insegna
che possiamo avere tutti
culo a vincere.
ma non ci ha mai parlato
delle fogne
o dei suicidi.
o del terrore di una persona
che soffre in una stanza
da sola.
incontaminata
inespressa a
dare acqua a una pianta.
la gente non è buona l’un con l’altra.
la gente non è buona l’un con l’altra.
la gente non è buona l’un con l’altra.
e credo che mai lo sarà.
né gli chiedo di esserlo.
ma delle volte ci penso
a.
le perle del rosario oscilleranno
le nuvole adombreranno il cielo
e il killer decapiterà il bambino
come si spicca con un morso il capo ad un gelato.
troppo o
troppo poco
troppo grasso o
troppo scarno
o nessuno
chi t’odia supera chi t’ama.
la gente non è buona l’un con l’altra.
forse se lo fosse
la nostra morte non sarebbe così triste.
intanto guardo le ragazze
i giovani steli
fiori nati da una chance.
dev’esserci un modo.
dev’esserci di sicuro un modo a cui non abbiamo
pensato.
chi mi ha messo in testa questa convinzione?
che piange
e invoca
e dice che abbiamo una chance.
alla quale non dirà mai di
“no.”
(Charles Bukowski, traduzione mia)
martedì 22 agosto 2017
nan me scèrre
I può t’i scrivere ca vogghie turnè
i ca te vogghie ancuòre.
De te nan me scèrre.
I nan te vogghie acchjè.
I nan te scrive manghe ciao.
I nà sàcce a cume stè.
Ma u vulève sapè.
A ce stè pinze?
Stè ride iuòsce?
Ce t’à sunnéte?
Stè jisse?
A ddò stè vè?
Ce vulive fè?
Ce t’à mangète iuòsce?
Ij vulève avè
ma na ténghe
a forze d’acchjàrte.
Manghe tu a tìne!
Accussì stime, aspettanne.
Tu pinze a méje. Ij pénze a téje.
Accussì arrecurdete de méje.
Arrecurdete ca ij te pénze!
I te scrive agne dìgghje vevénne
a vita mègghje.
Arrecurdete c’acchjiarse i vulérse
na ssò a stessa cose.
Accussì ij te vogghie
i nan te vogghie acchjè.
venerdì 30 giugno 2017
il poeta parcheggiatore
sabato 21 giugno 2014
scrivere è come pisciare
centrare ogni istante nel buco
e inchiodarlo alla vita.
Sei un Bukowski dei poveri dice
per tirarsela un poco
anche lei. Smettila cristo
di schizzarmi le scarpe. – Anche questa
è poesia.