Mi accorgo che c’è uno iato che separa persino gli addetti ai lavori quelle rare volte che vado a cena coi colleghi editori che parlano del panorama editoriale e io mi sento un po’ il pulcino nero della situazione. Tipo una sera poche settimane fa un amico ha cominciato a parlare di quanto è antipatica la Postorino e io non sapevo nemmeno che ci fosse una Postorino, ma chi è, chi l'ha mai letta? – Ma come non conosci la Postorino? – No, non la conosco, non l'ho letta, non me ne frega nulla di leggerla e non ne sento la mancanza, così come non conosco la metà degli autori di narrativa di cui si parla ogni giorno e, se li conosco, magari non li ho mai letti né comprati. Però di contro conosco poeti ancora vivi e pieni di talento che non conosce nessun altro a parte me e i pochi che li sanno. Perché i Dal Bianco, i Mazzoni, i Targhetta, fuori dalla bolla dei poeti non li conosce più nessuno. Così come mi è capitato un giorno di citare Neri a un amico editore e vedermi rispondere Chi? – Il fratello di Pontiggia. – Ah, Pontiggia aveva un fratello? – Ecco.
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