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martedì 8 marzo 2022

mostri

Quelli che scrivono Kirill è un mostro per le sue dichiarazioni contro i gay e si scordano di scriverlo da uno dei paesi più omofobi d’Europa.

sabato 30 ottobre 2021

mostro

Ho appena visto il video di Renzi che parla del Ddl Zan e a un certo punto dice: “Per fare le leggi non bastano i like, bisogna andare a prendere uno per uno i senatori perché mettano i voti”. E subito l’ho portato su un piano personale, ho pensato alla mia campagna di crowdfunding, #lepietroline, per arrivare al risultato non servono i like, bisogna andare a prendere uno per uno quelli che conosci e fargli cacciare i soldi. Insomma, lo ascoltavo Renzi e intanto pensavo: Madonna, ci ha ragione lui, bisogna fargli cacciare i soldi. Poi è finito il video e mi sono vergognato di me stesso. Sto diventando un mostro.

giovedì 4 febbraio 2021

resteranno i mostri

Non sono passate nemmeno ventiquattro ore dalla sua sostituzione e già si assiste alle prime prove del processo di ridimensionamento della figura di Giuseppe Conte, il quale fino all’altro giorno era per qualcuno addirittura “pericoloso”, e di cui già ieri si diceva in TV che alla fin fine non ha avuto alcun vero peso nelle trattative europee del 2020, dove se l’abbiamo spuntata è stato tutto merito dell'Italia stessa che ha un certo peso internazionale e/o sta peggio degli altri paesi europei, ovvero del contributo dietro le quinte degli esponenti del PD (!). Al di là dei meriti o demeriti politici di Conte, penso, menomale che ho visto coi miei occhi questi tempi e alcuni dei tanti fatti dietro le storie che ora ci stanno raccontando per confondere le acque. Perché la memoria è corta, e alla fine sono convinto che tempo un anno, due al massimo, del governo Conte e della parata di mostri che ha portato allo scoperto non si ricorderà più nessuno. Resteranno i mostri, meglio mimetizzati ma pur sempre al loro posto, ma gli unici Giuseppe Conte a contare ancora qualcosa nelle nostre vite saranno Giuseppe Conte poeta e il mio amico Pepecchio. E menomale che ci sono.

martedì 16 giugno 2020

i mostri

Le cose che sto leggendo/ascoltando in questi giorni talvolta mi fanno rizzare i peli sulle braccia. Ieri una che diceva che il nonno era stato in guerra in Africa, proprio come M., aveva ammazzato un po’ di persone, ma si era in guerra e non si poteva farne a meno, ma lui bambine mai toccate. Un altro che ammetteva candidamente (come fanno troppi) di non aver mai letto un libro, perché per leggere serve il tempo e lui non ne ha, ma si diceva convinto che M. non sapeva scrivere perché uno così gli dava il voltastomaco. Un altro ancora che i brigatisti non sono serviti veramente a nulla, manco ad ammazzare uno così. Poi ci sono quelli che hanno fatto l’università, rivestono ruoli professionali, e confondono il significato della parola “pedofilo”. Più si spalanca il vaso di Pandora di quella storia e più ne viene fuori un nido di piccoli mostri, pochissimo interessati ai problemi reali che una questione tira fuori, ma desiderosi soltanto di vomitare, qui e ora, il loro odio, fino al prossimo bersaglio (che verrà fuori domani col TG e allora ci scorderemo tutti di M. fino all’anno prossimo o al prossimo buco nei nostri discorsi). E io, che vedo come ogni volta l’ennesima occasione persa di una discussione seria, ampia, civile, dovrei farci il callo a questa cosa, e invece mi dispero e ammetto che forse l’unico modo di crescere qui, di venire a patti con le nostre contraddizioni irrisolte, e fare come negli USA, serve una rivolta violenta, per le strade e non sui social, serve il sangue, "perché solo il sangue, solo sul sangue viaggia la barca della rivoluzione, hai capito adesso?"; o forse aveva ragione Giorgio Bocca quando parlava con un ghigno di disgusto di Napoli sommersa dai rifiuti – ma il suo discorso andrebbe applicato all’intero paese, come già aveva capito Elio Petri nel 79 – che non potendola salvare era meglio bombardare e radere al suolo la città con tutti i filistei. Ma poi, per la cronaca, chi è che legge ancora Giorgio Bocca?

venerdì 8 dicembre 2017

i mostri


Leggo con fastidio i soliti commenti a un certo post. Nel post si mostra una foto della prima metà del ‘900 in cui una povera ragazza eritrea, col vestito strappato e i seni scoperti, viene “mostrata” come bottino di guerra da alcuni soldati durante l’occupazione fascista di quella regione, periodo nel quale si perpetrarono stupri e ogni sorta di sopruso contro la popolazione occupata. Ecco dunque scatenarsi i commenti che vanno da “luridi fascisti” a “fascisti di merda” ecc. in ogni sorta di insulto possibile e poi, su istigazione di uno, si indirizzano contro il “porco fascista Montanelli” che, come risaputo, sposò una ragazzina di colore secondo una delle leggi di occupazione dell’epoca e quindi via con gli insulti anche a lui. 
Ora, sono in tutto e per tutto d’accordo che quelli siano stati dei crimini di guerra terrificanti, proprio come lo sono tutti i crimini legati a qualsiasi guerra di sempre, passata e presente. Il punto è che quando leggo questi post mi viene da pensare che si crei come una scissione fra chi parla e il proprio passato, e la storia del proprio paese e delle proprie famiglie. O forse pensano di essere tutti innocenti? Perché diciamolo, in Italia, all’epoca, erano tutti o quasi fascisti: chi per credo, chi per paura, chi per convenienza. E qui va capito: ma stare zitti a guardare e a subire è forse meno grave che fare il male con le proprie mani? E quando si dice “porci fascisti” di chi si sta parlando? Di una entità astratta o di qualcuno che si conosce bene? Io non sono fascista, ma mio nonno lo era. Che dovrei fare? Dare fuoco alla sua tomba per ripicca? Per fare giustizia di quello che lui e quelli della sua generazione hanno fatto, magari senza capire il male di cui erano complici? Gli italiani fecero la Resistenza, è vero, ma la fecero in cinque contro i cinquemila che restavano a casa. Può bastare questo a lavare il disonore di un popolo? 
E poi, Montanelli era fascista, è vero, così come Pirandello, D’Annunzio, Ungaretti, Cardarelli, Salvatore di Giacomo, Curzio Malaparte, Moravia, e Piovene, Pratolini, Guareschi, Fortini, Gadda, Sereni, Vittorini, Flaiano, Silone (che faceva il doppio gioco) e mi fermo ai primi nomi che mi vengono in mente, ma si potrebbe tranquillamente continuare con tutti i Futuristi (Balla, Boccioni), poi Burri, Sironi e nel cinema il primo Rossellini, Sordi, Aldo Fabrizi… Poi c’è Pavese, che non era fascista ma non era neppure antifascista e il confino se lo beccò per una donna. Che cosa ne facciamo di Pavese? E noi, che cosa dovremmo fare di tutti loro, cresciuti o toccati, anche per poco, dal fascismo? Cancellarli definitivamente da ogni programma scolastico finalmente epurato dalla nostra merda storica? O dovremmo separare il grano dalla crusca, chi rinsavì dai più convinti, quelli che non capirono nulla da quelli che capirono ma fecero i furbi? 
E se li epuriamo, cosa dovremmo bruciare, cosa leggere? Croce era antifascista e così Montale, si potrebbero leggere esclusivamente i loro libri, ma sai che noia dopo un poco. Fenoglio era partigiano, così come Calvino e già va meglio. Ma poi? Molti scrissero pamphlet contro il fascismo ma dopo, come per ripulirsi la fedina, li teniamo oppure no questi libri? Pasolini oggi lo amano quasi tutti ed era antifascista, ma era anche ricchione e pedofilo, quindi che facciamo? Non leggiamo più i fascisti perché stupravano le ragazzine di colore e ci teniamo un antifascista che si imboscava coi ragazzini di borgata? Che coerenza è? Al rogo anche Pasolini, per par condicio, e Sandro Penna assieme a lui, e tutti quelli come loro! Tutti quelli che, nel bene o nel male, il male lo fecero non perché erano fascisti o antifascisti, ma perché semplicemente erano mostri – proprio come noi – che vivevano portandosi dietro il proprio orrore di essere umani.