(Siccome mi dicono che sono sadico con gli autori, questi tre mi sono capitati ieri. Non è che mi capitino sempre così tanti incontri, ma ieri si vede che è stata una giornata speciale).
1. Ieri mattina intorno alle 11.00, mi chiamano al telefono: “Scusate, ma… voi che siete, una casa editrice che chiede i soldi? Perché… io… ultimamente… sono un impiegato e… mi piace molto la scrittura… e quindi, la sera, quando torno a casa mi metto a scrivere delle riflessioni sulla vita… – Ma dice degli aforismi? – No, no… delle poesie… che io vado a capo… quando finisce il pensiero, vado a capo… sono delle riflessioni, delle poesie… non so se mi hai capito… eh… voglio capire se tu mi chiedi i soldi… perché ho chiamato degli altri e mi chiedono i soldi… ho letto su un sito che tu non chiedi i soldi... ma tu mi chiedi i soldi se ti mando le mie riflessioni sulla vita? No, perché, vorrei capire… se sono bravo o non sono bravo… con le mie riflessioni…” (ad libitum per circa 15 minuti).
2. Ieri pomeriggio, intorno alle 14.30, mi arriva una email da una ragazza che mi aveva mandato una raccolta di poesie d’amore scritte per la sua compagna – raccolta che avevo bocciato perché secondo me erano pensierini con l’a capo. La ragazza risponde punto per punto alle mie osservazioni per concludere che secondo lei le sue poesie sono bellissime e il vero problema è mio che sono omofobo.
3. Ieri pomeriggio, intorno alle 17.00 mi arriva una seconda email: “Voglio essere onesto con voi, sperando che possiate apprezzare questo lato del mio carattere. Se potessi scegliere preferirei pubblicare con Einaudi o Interno Poesia, però dopo essermi attentamente documentato sul vostro catalogo penso che anche con voi sia possibile realizzare una collaborazione stimolante.” Gli rispondo: Del resto, si sa, la seconda scelta è sempre la migliore.
Nessun commento:
Posta un commento