Un amore a Roma è un film del
1960 di Dino Risi e resta un esperimento assai particolare per come assorbe,
complice la sceneggiatura di Ennio Flaiano, elementi del cinema di Fellini (che
negli stessi mesi girava La dolce vita), il che dà in parte ragione a chi
dice che l’aggettivo “felliniano” sta per “fellini+flaiano”. Il film, basato sul
tema universale dell’attrazione degli opposti e della gelosia, descrive l’amore
scapigliato e morboso, che assorbe ogni cosa fino a distruggerla, di Marcello,
scrittore insoddisfatto e infelice (non a caso in Francia il film venne reintitolato L'inassouvie), per Anna, giovane attrice dal carattere solare ma debole, di lui
innamorata ma facile alle tentazioni e perciò infedele. La pellicola, trattata
con grande asciuttezza emotiva e formale, per quanto pervasa di una sottile
inquietudine esaltata dal bianco e nero contrastato, all’epoca non piacque
perché priva di un lieto fine che non poteva esserci. I due protagonisti,
troppo squilibrati per reggersi sulle proprie gambe, cercano sostegno nell’altro
ma in questo modo la loro caduta è raddoppiata, così continuano a inseguirsi,
lasciandosi e poi riprendendosi in questo amore malato, intervallando ogni distacco
con incontri fugaci ma altrettanto vacui con nuovi amanti, fino a un finale che
pur nella sua tragica “definitività” mi pare resti comunque aperto, perché non
sappiamo se dopo questo ci sarà un nuovo incontro. Il film è basato sull’omonimo
romanzo del 1956 di Ercole Patti, ma come atmosfere mi ha fatto anche pensare
in parte a Lettere da Capri di Mario Soldati, del 1954, che lo avrà ispirato,
in parte a un altro libro di successo uscito qualche anno fa, Sylvia di
Leonard Michaels (ma scritto in quegli stessi anni), anche se il paragone più
diretto rimane ovviamente Melampus, romanzo “americano” dello stesso Flaiano,
pubblicato nel 1970, ma scritto originariamente nel 1967 come sceneggiatura per
il suo primo film che non fece mai (ne realizzò poi una pellicola Marco
Ferreri), di cui la sceneggiatura di Un amore a Roma rimane per certi versi una
prova generale.
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