Io devo dire in queste ore continuo a ripensare all'articolo di Scurati sul fatto che abbiamo perso la nostra anima guerriera o qualcosa del genere, e lo metto in relazione alle immagini di ieri a Fasano quando dei tifosi hanno messo a ferro e fuoco la città per una partita di calcio e ho pensato che forse non è vero che lo abbiamo perso quello spirito guerriero, forse soltanto saggiamente abbiamo capito che va messo da parte quando si parla di cose serie come la guerra, per destinarlo a cose meno serie ma tutto sommato inutilmente divertenti come le partite di calcio, dove ci si può riempire di botte in libertà e dare fuoco a una città con le bombe carta, tanto si sa che il giorno dopo si ritorna tutti a casa ed è finita lì. A me poi più dei tifosi fanno orrore e paura certi ragazzini di oggi che senti alla tv sono in aumento, e sono capaci di ammazzarti, stuprarti, rapinarti, fare male persino i genitori e metterlo in un video, ma non per cattiveria, che non gliene frega nulla di nessuno, quanto perché sono anaffettivi, non provano più nulla per nessuno, quelli lo spirito guerriero non sanno proprio cos'è, ma se gli dici che possono confondersi coi droni secondo me sono contenti. Poi, povero Scurati, pensavo anche che nemmeno un anno fa dissero che era stato censurato dalla Meloni per una lettura televisiva su Matteotti e allora giù tutti a difenderlo come martire della libertà di espressione, adesso che scrive un articolo che non piace a nessuno ho letto pure quelli che gli danno del pazzo o del cretino e andasse lui vecchio rimbambito in guerra; ma questo, aggiungono, che fosse cioè un vecchio rimbambito guerrafondaio, si sapeva da sempre, e quindi se cretino lo era da sempre lo era anche l'anno passato che parlava di Matteotti, e forse era meglio se non ne parlava proprio, così nessuno lo condivideva, anche se parlava di Matteotti, o contro la Meloni. E ho pensato che davvero, dalle stelle alle stalle è veramente un attimo.
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
lunedì 10 marzo 2025
venerdì 30 giugno 2023
la metafora
Ieri ho visto, come molti, l’intervista di Otto e mezzo al ministro ucraino Kuleba. I commenti sotto i video in rete sono stati tantissimi e quelli più contrariati vanno da “era penosamente in difficoltà” a “era in malafede” a “era completamente fuori a paragonare la guerra a una partita di calcio”. La tocco con leggerezza, visto che presumo che Kuleba sia una persona preparata per il ruolo che ricopre: io ho avuto la sensazione che abbia tirato fuori la metafora del calcio proprio perché sapeva di parlare a una tv italiana, quindi ha tarato i suoi argomenti di persuasione (per due volte) in base a quelle che credeva fossero le competenze e i gusti del suo pubblico. Escludendo la mafia, poteva scegliere fra la cucina e il calcio e si è lanciato sul calcio. Così l’ho vista io. E mi sono chiesto se ce lo meritiamo. E mi sono anche chiesto che sarebbe successo se invece di parlare del Milan avesse citato qualche massima che ne so dalla Gerusalemme Liberata o da Svetonio, come pure fanno all’estero quando condiscono i discorsi pubblici per dargli anche un peso retorico, o come quando Renzi citò Borges ma sbagliò la citazione copia-incollando i versi di un altro dalla rete, perché probabilmente né lui né il suo ufficio stampa lo avevano mai letto. Qualsiasi possibile metafora, in quel caso, mi sa che sarebbe finita nel vuoto.
giovedì 3 maggio 2018
lunedì 19 febbraio 2018
cinismo
mercoledì 25 ottobre 2017
tifoserie
mercoledì 2 dicembre 2015
passaggio di palla
profumata dei bambini in salvo
la leggerezza di chi muore
poco a poco nel rimpallo. Dacci di Milo
De Angelis la perfezione sferica
ricacciata nel verso ormai negro
sull’opposta riva del campo.
Dio non fischiarci in fallo
se ricadiamo ogni giorno nel buio.
domenica 28 giugno 2015
a proposito di vecchiaia
sabato 27 giugno 2015
una buona approssimazione alla felicità
lunedì 1 giugno 2015
tifoserie
mercoledì 13 giugno 2012
fenomenologia di cassano

