Leggevo l'altro giorno che il costo della carta presto salirà oltre misura. Già oggi costa fino al 70% in più di due anni fa. E questo porterà inevitabilmente: 1) a una contrazione dell'offerta: si dovranno per forza di cose stampare meno libri, senza che questo significhi per forza migliorare la qualità della letteratura e 2) a un ulteriore aumento dei costi di produzione dei libri che ricadrà ovviamente sul prezzo di copertina. Già adesso si vedono libri che normalmente costerebbero 10 euro a 16 euro, e questo per amortizzare i costi di distribuzione, figuratevi se aumenta la materia prima: finiranno a 20 euro o più. Mi chiedo chi, fra non lettori e nuovi poveri, potrà permettersi dei libri a più di 20 euro in futuro, soprattutto pensando che, con la metà della cifra, ti abboni per un mese a un canale TV a pagamento e pieno di serie bellissime, che di tanta narrativa contemporanea si fanno un baffo. E penso che, se anche la scrittura non finirà (ci sono pur sempre gli e-book e i PDF, i blog e i social) i libri potrebbero presto diventare oggetti per collezionisti come i vinili, oppure per ricchi che coltivano l'ozio com'erano alle origini. Noi che abbiamo assistito, storicamente, a una fase tutta novecentesca della diffusione del libro, inteso come oggetto cartaceo prodotto a basso costo con metodi industriali per una diffusione popolare, capillare e democratica della lettura, dovremmo addirittura sentirci fortunati.
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