Adesso che il disordine si mangia ogni ambizione
Rileggo Mario Socrate e il compagno Sante
E credo in ogni istante che una fuga sia possibile
Dal mondo con un salto un guizzo un colpo ben centrato
Una caduta e tutto rannicchiato su me stesso
In questo freddo che mi assale e mi fa estraneo
Anche a me stesso mi sento meno solo se mi guardo
Se mi credo da abbracciare un poveretto
E non la vittima che sono in questa mia congiura
D’essermi fedele fino in fondo e non credermi sincero
Nel guardarmi non provare né schifo né imbarazzo
Ma pietà di me testa di cazzo
Tutto mi assale il mio senso di resistere e lottare
Contro me il mio farmi male.
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