Ma le rotture che sto avendo in questi mesi dai puristi della poesia dialettale, io non credevo. Peggio dei talebani. E la traduzione italiana va in calce oppure a destra ma non a sinistra; e il vocabolario usato deve corrispondere a quello della lingua parlata che se usi neologismi tradisci la tradizione; e devi evidenziare gli accenti gravi se no uccidi la lingua... Ognuno ha, giustamente, le sue ferree convinzioni in merito. Ma a tutti loro consiglio questo bel saggio di Ombretta Ciurnelli: "LINGUE ALLO SPECCHIO. Poesia in dialetto e autotraduzione" (ali&no editrice, 2019), che mostra come nella poesia dialettale, esattamente come in tutti gli altri libri di poesia pubblicati, si è sempre fatto il cazzo che ci pare (se funziona), e le uniche regole scritte le danno in caserma.
Nessun commento:
Posta un commento