Faccio un pensiero estemporaneo. Certi giorni di fronte ai mali del mondo mi sento come quando sono a scuola, incapace per natura di farmi considerare dai bambini una figura autoritaria, tanto che quando cominciano a fare casino e grido State buoni mi guardano incuriositi e continuano eccitati e indifferenti a fare chiasso. Si calmano solo quando qualcuno mette loro paura, in genere la maestra o il bidello. Così io vi vedo, voi che vi agitate ogni giorno per le guerre in corso, e penso che siete come me in classe, magari riuscite a farvi guardare, magari riuscite ad alzare la voce fino a farvi sentire, ma poiché non avete l'autorità necessaria a zittire nemmeno il più piccolo di loro, non siete in grado di fermare un bel niente, nemmeno tutti insieme, nemmeno uniti come un corpo solo, a meno che non scendiate in piazza e cominciate a dare fuoco alle auto o pestarvi con la polizia come fanno in altri paesi, creando disordine che coinvolga anche gli altri. E questo perché il paradosso di dire che Io sono contro la guerra si scontra spesso con l'evidenza che una guerra, che è fatta di violenza e di paura, non si ferma col desiderio di pace, ma soltanto con una forza oppositiva soverchiante, con la minaccia di una violenza più forte, o sul piano economico o su quello militare, che ti può schiacciare, proprio come a scuola quando parte il casino incontrollato e tu, volente o no, devi alzare la voce e inchiodarli alle sedie.
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
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giovedì 28 dicembre 2023
mercoledì 14 luglio 2021
indistruttibile
Credevo
di essere indistruttibile, almeno fino a oggi pomeriggio che ho preso
sonno sul pc e ho impiastricciato la tastiera di bavetta. Persino il
gatto adesso mi ride dietro.
domenica 17 novembre 2019
il pensiero dominante
Leggevo stamattina che Leopardi non era gobbo perché rachitico a forza di studiare – come spesso lo immaginiamo perché così ce lo passa la tradizione – ma perché affetto dal morbo di Pott, una forma grave di tubercolosi ossea che gli ha distrutto il corpo pezzo a pezzo attraverso lunghe, atroci e umilianti sofferenze, fino a portarlo alla morte a nemmeno quarant’anni. E ho pensato al fatto che sarebbe ora di finirla con quest’immagine romantica ma svilente del secchione sfigato e incazzato con mondo perché è diventato brutto a forza di leggere libri; invece andrebbe rovesciata la prospettiva in chiave eroica per guardare una persona debole, piena di limiti perché affetta da una gravissima malattia, ma che proprio attraverso lo studio è riuscito a crearsi un sistema di pensiero indomabile, tale da superare i propri handicap per diventare già in vita una delle menti più grandi del proprio secolo.
domenica 8 luglio 2018
in tutto e per tutto
Come ormai hanno capito in molti, più delle analisi sui giornali, ormai, valgono le conversazioni sui social per capire chi siamo e dove andiamo, conversazioni spesso di una superficialità imbarazzante, ma che restano, sulla scena del crimine, come le tracce del nostro DNA. Una cosa che ci rivela ad esempio, è quella per cui uno dichiaratamente di sinistra, poco fa, mentre elogiava il modo eroico in cui morì il Che, vero soldato in opposizione agli imperialisti americani, lo metteva a confronto con un certo duce che catturato a Dongo si pisciò addosso. Una immagine gratuita, senza eleganza e senza pietà, motivata solo dall'irrisione e piena di quel culto della forza, in chiave quasi estetica, che si contrappone alla debolezza dei vili e che è, in tutto e per tutto, fascismo.
martedì 2 dicembre 2014
un uomo
Un uomo è forte, tanto più di quanto credi
dice Pasolini
mentre legato a un letto si fa sfondare
finché il sangue gli bagna gli occhi
e scopare in gola da un ragazzaccio
di quanti lo intristiscono, innamorano
per sola forza di resistere ed opporsi
alla vita squallida che li fa topi
di fiume o di borgata, ratti dai denti aguzzi
e code lunghe coi denti anch’esse che
addentano a più non posso
fave secche e cazzi di checche isteriche
per sola forza di semplicissima fame.
Un uomo, ripete Pasolini, un uomo
tanto più buono alla poesia quanto più
conciato nella scorza, non dovrebbe
lamentarsi se col mondo fa a botte
ché nulla ha di sé fragile, se non
il cuore che si rompe. Nulla che gli serva
in breve, se si fotte.
dice Pasolini
mentre legato a un letto si fa sfondare
finché il sangue gli bagna gli occhi
e scopare in gola da un ragazzaccio
di quanti lo intristiscono, innamorano
per sola forza di resistere ed opporsi
alla vita squallida che li fa topi
di fiume o di borgata, ratti dai denti aguzzi
e code lunghe coi denti anch’esse che
addentano a più non posso
fave secche e cazzi di checche isteriche
per sola forza di semplicissima fame.
Un uomo, ripete Pasolini, un uomo
tanto più buono alla poesia quanto più
conciato nella scorza, non dovrebbe
lamentarsi se col mondo fa a botte
ché nulla ha di sé fragile, se non
il cuore che si rompe. Nulla che gli serva
in breve, se si fotte.
giovedì 2 agosto 2012
muscoli
Ecco che serve, mi dice il falegname accorso a ripararmi una porta di casa, mentre da solo la scardina e carica sulle spalle con una facilità sorprendente. I muscoli, mi dice, ti salveranno nell’incertezza e persino nella crisi più nera chi ha muscoli lavorerà. A questa conclusione è arrivato confrontando l’esperienza quotidiana coi vari documentari che guardava di sera in tv mentre aspettava il sonno. Più tardi, scoprendosi incapace di arrendersi alla forza del cuscino, su consiglio di un amico, ha cominciato ad allevare canarini. Ne tiene a decine in una enorme gabbia sistemata sul soppalco sopra il letto. Di sera oramai preferisce spegnere la tv e addormentarsi, nella luce tenue della lampada, al canto degli uccelli.
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