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sabato 26 maggio 2018

estinzione

Confesso di essere sempre più sfiduciato sul senso “politico” di ciò che faccio. Anche io, come tanti, sono convinto che le grandi rivoluzioni del genere umano siano frutto della cultura e non della politica. E anche io ho sposato a lungo la teoria del complotto, l’idea che la cultura venisse di continuo vessata e avvilita dalla politica perché togliendo la cultura alle masse era più facile controllarle. Invece, più vado avanti in questo mio lavoro “culturale”, più ne faccio esperienza concreta, e più mi convinco che non c'è nessun complotto. Semplicemente il nostro popolo ha avviato una rapida e irreversibile metamorfosi che lo sta trasformando in un branco di capre governate da altre capre. Il riferimento alla capra non viene da Sgarbi, ma a Landolfi e Saba. Questo mi addolorava, perché una capra è sempre una creatura di pena, destinata al macello. Eppure ieri Francesco Santoro ha detto una cosa assai acuta, che va preso atto che l’estinzione è parte integrante della natura, che anche noi ci estingueremo, e assumere questa verità è un gesto di maturità verso la vita.

domenica 8 maggio 2016

bestiario fiorito: una recensione di francesco santoro

L'ultima raccolta poetica di Antonio Lillo appare come una visione al negativo di un periodo storico attraverso il filtro di un'intimità sofferta e scontenta di sé. Pochi gli sprazzi di luce, sempre più radi i momenti in cui respirare aria non inquinata dai tg, dall'informazione e dal pensiero comune che tanto disprezza. A volte si ha la sensazione di ricevere una pugnalata al cuore della coscienza così come nelle ultime raccolte poetiche di Pasolini. A differenza che nelle sue invettive, qui c'è più rabbia che denuncia, quasi una rabbia infantile espressa attraverso una forma spesso impeccabile che dà spazio a una voce inconfondibile, una voce sofferta e allo stesso tempo ironica di quell'ironia che fa pensare alle tele di Ensor. Una poesia attuale, lucida e allo stesso tempo lieve nella sua critica, nell'esprimere le difficoltà dell'esistere di un uomo e di un poeta in questi anni di appiattimento generalizzato e di vuoto culturale. L’amore quando è presente è rappresentato come un meccanismo guasto così come l’amicizia. Non a caso l’animale più presente nel bestiario è il topo, simbolo di un'esistenza nascosta e contaminata. La sconfitta, comunque, non è del tutto attuata.

Francesco Santoro

mercoledì 3 dicembre 2014

la luna è una lampadina

Oggi ero di buon umore, così, bando all'avarizia, mi sono fatto un regalo: La Milano di Enzo Jannacci, capolavoro cantautorale del 1964. Volevo comprarmi anche l'edizione completa delle poesie di Franco Fortini (che di quel disco ha scritto un testo: Quella cosa in Lombardia, quella cosa per la cronaca è il sesso), ma quel gran fetente di Francesco Santoro (proprio l'autore di Piombo, che abbiamo pubblicato noi), quel fetente dicevo, è passato in libreria prima di me e si è comprato la mia copia!! Ma come si fa? Scherzi da prete, li chiamavano una volta. Se non fossimo entrambi poco pretici. Scherzi poetici allora, da poeti, che è qualcosa di molto simile all'essere nerd, o almeno suona così (Jannacci, Fortini: sai che palle si dirà il lettore medio o mediamente più giovane di noi, di quelli che "i morti lasciali ai morti e non li chiamare più!"). E infatti dovevo dire hipster, come Ginsberg. Ché la parola hipster, si sa, l'hanno inventata i nerd di domani, per pararsi il culo oggi.