Confesso di essere sempre più sfiduciato sul senso “politico” di ciò che faccio. Anche io, come tanti, sono convinto che le grandi rivoluzioni del genere umano siano frutto della cultura e non della politica. E anche io ho sposato a lungo la teoria del complotto, l’idea che la cultura venisse di continuo vessata e avvilita dalla politica perché togliendo la cultura alle masse era più facile controllarle. Invece, più vado avanti in questo mio lavoro “culturale”, più ne faccio esperienza concreta, e più mi convinco che non c'è nessun complotto. Semplicemente il nostro popolo ha avviato una rapida e irreversibile metamorfosi che lo sta trasformando in un branco di capre governate da altre capre. Il riferimento alla capra non viene da Sgarbi, ma a Landolfi e Saba. Questo mi addolorava, perché una capra è sempre una creatura di pena, destinata al macello. Eppure ieri Francesco Santoro ha detto una cosa assai acuta, che va preso atto che l’estinzione è parte integrante della natura, che anche noi ci estingueremo, e assumere questa verità è un gesto di maturità verso la vita.
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