Probabilmente sono io che sono fuori fase in queste ore, ma vedo l'Italia divisa fra le commemorazioni di Moro e Impastato, l'ansia per il nuovo Governo, la rabbia per quanto sta provando a innescare Trump, oppure quella un pizzico più colta che si prepara coi lustrini a trasformarsi fra Torino, Bologna ecc. nella più grossa festa letteraria dell’anno, un profluvio di parole come mai ne serviranno, e dentro di me mi accorgo che, pur partecipando anche io a tutto questo, pur facendone parte, non è che me ne freghi poi tanto. Mio padre mi dice che a tirarsi fuori dalla storia si è sempre un po’ stronzi. Ma mio padre è cresciuto in un’altra epoca, mentre io più invecchio e più mi convinco che molti di noi partecipano alla storia soltanto perché, a non partecipare, non saprebbero che altro fare. Così ci illudiamo che tutti insieme abbiamo una influenza sul corso degli eventi, che se stiamo insieme ci sarà un perché. Ma alla fine dei conti, se anche molti di noi non ci fossero, secondo me non cambierebbe nulla, una comparsa rimane una comparsa e la storia la fanno in pochi, nemmeno i migliori. Gli altri guardano e fanno il tifo con più o meno voce. E senza contare l’enorme numero di stronzi che spesso fanno massa sul pianeta. Ecco, se c’è una cosa che la storia insegna brutalmente è come tante comparse messe insieme spesso non producono una rivoluzione, ma soltanto una cacata più grande.
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