Con alcuni amici abbiamo passato il pomeriggio divisi fra la tristezza e le risate, ricordando le tante storie che abbiamo vissuto con Paolo Favre, i suoi scazzi e i suoi entusiasmi, parlando della sua grandezza come giornalista, del suo rigore ferreo nei confronti della notizia e del coraggio dimostrato in più di una occasione in situazioni spesso pericolose. Paolo aveva parlato più volte della possibilità di montare un film con spezzoni dei suoi anni come inviato in Jugoslavia (di cui resta questo piccolo trailer, all'interno del quale è possibile vederlo, giovane e bello, che si aggira come freelance in un paese dilaniato dalla guerra). Ci sono altri documenti così in giro. Ci sono i suoi articoli spesso pubblicati dalle maggiori testate nazionali e a me aveva persino parlato della volontà di pubblicare un libro che aveva già pronto, una cosa folle per qualsiasi editore, un poema cavalleresco in ottave. Io gli dicevo, scrivi piuttosto un memoriale sui tuoi anni da inviato, che quello almeno vende. Ma lui insisteva: prima pubblicami il poema che mi è costato tanta fatica! Ecco, spero tanto che tutto quel materiale che racconta la sua vita perennemente al limite adesso non venga disperso ma raccolto e usato per fare quello che non è riuscito a lui, producendo un'opera che serva a ricordarcelo quand'era al suo massimo per rendergli l'onore che si merita come professionista e come uomo.
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