giovedì 3 marzo 2016

disamistade

Non ne sono del tutto sicuro ma credo che le liti come sono fatte al Sud abbiano un candore tutto loro. Sono le liti col piccio, in cui l’offesa vale più del chiarimento. Per cui da un giorno all’altro si bisticcia ma senza mai litigare, ci si toglie il saluto, la parola, lo sguardo, con dinamiche tali che a volte vien da pensare ai fidanzati quando si scucchiano. Mi è successo parecchie volte di litigare così per ciò che dico, che l’altro motivo, i soldi, non mi compete. A volte ho capito il perché, altre volte ho avuto solo il sospetto senza nemmeno la certezza. Però mi ci sono ugualmente infervorato, con silenzi epici, lunghi anche anni, e rancori senza fondamenta, montati sulla sabbia e pronti a essere spazzati via dall’onda in un battibaleno. Sono tre giorni che incontro questo signore, con cui ho litigato un po’ di tempo fa, o meglio lui ha litigato con me per una cosa che ho scritto. Lo vedo che cammina sulla mia strada, mi viene incontro, mi vede anche lui da lontano, e piuttosto che incrociarmi ogni volta si gira su se stesso e torna indietro. Ieri gli ho fatto uno scherzo. Invece di fermarmi dove avrei dovuto e dargli respiro, mi sono messo alle sue calcagna, incalzandolo, spingendolo in avanti, ha attraversato la strada e l’ho attraversata anch’io per stargli dietro, e lui cocciuto ha continuato, pur di non affrontarmi, e così l’ho portato in fondo al paese, fino al cimitero.