Quando Salvini dice di voler chiudere le frontiere agli immigrati mente sapendo di mentire, perché sa bene che cacciando gli immigrati crollerebbe l’economia agricola italiana (da Cuneo a Nardò), basata sullo sfruttamento e lo schiavismo degli stessi immigrati con regole mafiose, coperte dallo Stato (in barba alla campagna “lotta all’evasione fiscale”) e avvalorate dai proprietari terrieri e dalle grandi industrie alimentari i cui maggiori clienti sono i paesi del Nordeuropa che poi ci rimbrottano l’incapacità di seguire le regole comunitarie.
Un sistema impossibile da abbattere perché ci coinvolge e ci mette tutti sullo stesso piano. Oppure tu saresti disposto ad andare a fare il raccoglitore di pomodori per trenta euro al giorno con turni di dodici ore e senza contributi, oppure a cottimo, vivendo poi in baracche senza bagno, dormendo per terra, e pagando persino per il cibo che ti portano, e per l’acqua, per le aspirine che servono ad alleviare i dolori fisici? Oppure, sapendo tutto questo, cominceresti a comprare la salsa, l’olio per la tua tavola a quattro, cinque volte il prezzo attuale, per compensare giustamente quei poverini?
Ho letto Ghetto Italia, di Yvan Sagnet e Leonardo Palmisano, pubblicato da Fandango, e lo consiglio. È una lettura molto agile, dal linguaggio chiaro, che spiega bene certe cose a cui non si pensa mai, anche se si sanno. Io, la prima cosa che ho pensato leggendo il primo lungo capitolo dedicato alla Puglia, è stata che se “negro” è una brutta parola, “negriero” lo è molto di più.
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