L’idea della mia morte non mi dà respiro
l’idea di una fine senza scampo,
quando la decrepitudine del corpo
si farà così estrema che non potrò più fuggire
od oppormi al saccheggio ti prego
prestami le tue gambe
le tue gambe così tenacemente aggrappate
alla vita le tue gambe sottili e dure
di passero-capra. Prestami le tue gambe
per salire più in alto sulla cima dei palazzi
e confondermi nella luce del tramonto
allo sguardo dei segugi. Oppure al risveglio
perché allontani con un balzo il senso
d’inutilità del giorno, se tutto ha comunque fine.
2 commenti:
Lilluzzo questa me la presterai perchè mi piace tremendamente :)
prendila pure. hai libero accesso a tutte le mie poesie :)
Posta un commento