L’ultima volta che l’ho visto se ne stava disteso su uno scoglio, un po’ imbronciato con le mani dietro la testa e la pistola nella fondina. Poi ne ho sentito parlare una trentina di tavole dopo e se controllo la data sulla copertina della rivista non riesco a crederci: era il settembre del 1991. In quella tavola c’era questo suo amico/nemico, il suo antagonista di sempre, che diceva di lui: “Beh, è l’unico di cui non mi preoccuperei. Riuscirà sempre a farcela. È indistruttibile…” poi più nulla per quasi vent’anni. Fino a stamattina che accendendo la tv mi sono ritrovato a guardare un servizio di Gianni Bisiach sull’uomo da cui Hugo Pratt trasse il suo nome, il monaco nero Rasputin, di cui oggi 17 dicembre cade l’anniversario della morte, e a me è tornato in mente quel giorno di settembre del 1991 che lessi di lui e non sapevo che sarebbe stata l’ultima volta. A saperlo gli avrei fatto almeno un brindisi da marinaio, gli avrei detto addio con più attenzione. Ho sempre avuto una forte simpatia per il personaggio di Rasputin, uno che non ci metteva nulla a spararti se non gli servivi ma che poi si scopriva avere un suo codice d’onore tutto speciale, e poi un’ironia unica, di un cinismo assoluto. Tanto che, come Pratt ha preso il suo nome dal monaco nero, io ho preso da lui il mio per questo blog. Come fanno i bambini che cambiandosi il nome cercano in qualche modo di avvicinarsi al personaggio a cui vogliono più assomigliare.
Dal 1991 è passato un sacco di tempo. Molte cose sono cambiate. La morte ha fatto il suo bravo lavoro intorno a noi. E quello che non ha fatto la morte spesso ha fatto la distanza, una morte minore. La rivista su cui ho letto quell’ultima avventura ha chiuso i battenti nel 1993. Hugo Pratt è morto nel 1995. E quel particolare romanticismo di cui tanto spesso ci aveva raccontato per un attimo ha rischiato di finire con lui, o peggio di finire mutilato nell’orrido tritacarne delle mode da un’estate.
Del monaco nero Rasputin si può dire tranquillamente che fu un mistero fattosi carne. E per ucciderlo, se andate a guardare, ce ne volle eccome. Dovettero avvelenarlo, sparargli, bastonarlo, buttarlo in un fiume e poi dargli fuoco perché tirasse le cuoia. E a me piace pensare che, per il potere sciamanico conferito dall’assunzione di un nome, anche il personaggio Rasputin dei fumetti viva ancora immortale, indistruttibile, navigando assieme al suo amico/nemico di sempre e col suo ghigno strafottente sotto i baffi, nei nostri sogni di pirateria.
Dal 1991 è passato un sacco di tempo. Molte cose sono cambiate. La morte ha fatto il suo bravo lavoro intorno a noi. E quello che non ha fatto la morte spesso ha fatto la distanza, una morte minore. La rivista su cui ho letto quell’ultima avventura ha chiuso i battenti nel 1993. Hugo Pratt è morto nel 1995. E quel particolare romanticismo di cui tanto spesso ci aveva raccontato per un attimo ha rischiato di finire con lui, o peggio di finire mutilato nell’orrido tritacarne delle mode da un’estate.
Del monaco nero Rasputin si può dire tranquillamente che fu un mistero fattosi carne. E per ucciderlo, se andate a guardare, ce ne volle eccome. Dovettero avvelenarlo, sparargli, bastonarlo, buttarlo in un fiume e poi dargli fuoco perché tirasse le cuoia. E a me piace pensare che, per il potere sciamanico conferito dall’assunzione di un nome, anche il personaggio Rasputin dei fumetti viva ancora immortale, indistruttibile, navigando assieme al suo amico/nemico di sempre e col suo ghigno strafottente sotto i baffi, nei nostri sogni di pirateria.
13 commenti:
ora mi spiego tante cose ...
lunga vita a te rasputin
io la prima volta che lo vidi fu in prima media.
sulla mia antologia di italiano c'era una sezione sui fumetti e mi ricordo la vignetta (mi pare nel finale della "ballata del mare salato") in cui corto entra in una capanna e lo chiama "occhi di fata".
indimenticabile, già da allora.
mi piacciono molto le tavole e il tratta di Hugo.. e bello anche il video che non conoscevo
un abbraccio
Il nostro ultimo incontro è stato nella mia città, cinque anni fa, durante una mostra su Pratt.
pratt è stato più di un fumettista. e personaggi come corto maltese non passano MAI agli occhi di un vero osservatore. ho scoperto il fumetto grazie ad ale che ne leggeva (e quelli belli di una volta adesso non li fanno più: anche il fumetto è solo ripetizione oggi - e non so quanto i manga tanto famosi possano davvero meritarsi la medaglia del decennio- ) a quantità nei suoi 'non cessati' anni '80. io ero solo una bambina allora, ma ora sono certa che pratt qualcuno dei suoi bellissimi disegni l'ha fatto anche pensando a me ;-) (e si lillo, lo so che sono modesta...)
ti dico solo che crazy cat è uno dei miei eroi...e non aggiungo altro... ;)
cavolo quanti pirati mi son ritrovato stamattina nel blog :)
Eh-eh.
Sai che una volta ho regalato ad una ragazza una eliografia 95X125 di Corto?
(non me l'ha data)
l'avrà data a corto ;)
L'ennesimo bonazzo che mi soffia una tipa :( .
beh, prendila così, meglio corto maltese che il tuo coinquilino nonché migliore amico, o peggio ancora tuo padre, o ancora di più la tua ragazza che si scopre lesbica, no? ;)
Comunque io ero assolutamente innamorato di Vera Semenova ("Cortuschka... dammi una sigaretta").
"forse sono il re degli imbecilli, l'ultimo rappresentante di una dinastia completamente estinta che credeva nela generosità e nell'eroismo"
C.M.
adl
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