Per tutti gli amici interessati sabato 7 gennaio alle 19 su Radiotre, durante la trasmissione Il Cantiere, la Compagnia teatrale Tintin presenterà Grasso, di Antonio Lillo, con Elisa Gestri. Montaggio audio di Michele D’Onofrio, regia di Elisa Gestri e Michele D’Onofrio.
"Grasso è la trasposizione radiofonica di un omonimo racconto di Antonio Lillo. La storia, più ancora che sull’obesità (come si potrebbe facilmente presumere dal titolo) affronta il tema della solitudine e dell’infelicità infantile, del dramma di una crescita a confronto col cinismo o con la faciloneria amorale dei grandi, osservata dal punto di vista di un bambino la cui visione, tutto sommato ottimistica o romantica della vita, viene prima negata e poi schernita proprio dalle due istituzioni che maggiormente dovrebbero tutelarla, coltivarla, e cioè la famiglia e la scuola.
L’orrore insito nel racconto è determinato proprio dal fatto che ciò accade non per cattiveria ma per eccesso d’amore, eccesso che tende ad assumere delle deformazioni talvolta mostruose o grottesche, altre inutilmente crudeli, fino a compromettere del tutto la sanità del piccolo, che da un certo momento in poi non riesce più ad accettarsi così com’è, perché ha cominciato a filtrare il proprio sguardo attraverso quello critico degli adulti.
Lungi però dall’essere un racconto didascalico, ciò che lo contraddistingue è proprio la freschezza narrativa, determinata dal punto di vista utilizzato che, assumendo la fisionomia del bambino in oggetto, non esprime mai giudizi ma tende semplicemente ad esporre i fatti così come li ha recepiti, come per darsi e per dare una spiegazione (ma non una soluzione) all’attuale disagio esistenziale.
Proprio per questo il modello di riferimento appare quello autoanalitico ma sempre paradossale e ironico di matrice sveviana. E la performance di Elisa Gestri presta voce al suddetto sfasamento di una vita attraverso un trattamento che tende a evidenziarne il lato più marcatamente sardonico."
L’orrore insito nel racconto è determinato proprio dal fatto che ciò accade non per cattiveria ma per eccesso d’amore, eccesso che tende ad assumere delle deformazioni talvolta mostruose o grottesche, altre inutilmente crudeli, fino a compromettere del tutto la sanità del piccolo, che da un certo momento in poi non riesce più ad accettarsi così com’è, perché ha cominciato a filtrare il proprio sguardo attraverso quello critico degli adulti.
Lungi però dall’essere un racconto didascalico, ciò che lo contraddistingue è proprio la freschezza narrativa, determinata dal punto di vista utilizzato che, assumendo la fisionomia del bambino in oggetto, non esprime mai giudizi ma tende semplicemente ad esporre i fatti così come li ha recepiti, come per darsi e per dare una spiegazione (ma non una soluzione) all’attuale disagio esistenziale.
Proprio per questo il modello di riferimento appare quello autoanalitico ma sempre paradossale e ironico di matrice sveviana. E la performance di Elisa Gestri presta voce al suddetto sfasamento di una vita attraverso un trattamento che tende a evidenziarne il lato più marcatamente sardonico."
8 commenti:
Bello! Ascolto spesso quel programma, complimenti!
grazie :)
mi sono intristita un po'.....ma anch'io continuo a sognare !
Ci stai abituando bene, del resto non è "colpa" tua se sei artista a 360 gradi. Continua così e tantissimi complimenti a tutti !!!
grazie alle! :)
esistono le diete
non è un racconto sull'obesità. è un racconto contro la scuola e la famiglia.
telefono azzurro ?
grazie del suggerimento, proverò a dirlo alle maestre che picchiano i ragazzini disabili a scuola :)
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