domenica 22 agosto 2010

incontro con tonino guerra

Se ne andava Guerra con la sua giacca nera e lunga come un grembiule da bottegaio, se ne andava col suo gilè verde muschio e guance morbide da nonno e i baffi da uomo conviviale, se ne andava col suo amico russo e la sua moglie russa vistosamente a fiori, che lo trascinava via da noi e lo difendeva con orgoglio e forza e gentilezza, come fa il gatto col suo topo pasciuto.
Mi sono fatto largo in una calca di lettori, alla ricerca di un autografo o del tocco confortante del poeta. Io stesso desideroso di quello e senza il nuovo libro da proporgli per uno scarabocchio, mi feci a forza avanti per guardarlo negli occhi stanchi e pieni d’acqua.
Gli misi sotto il naso la mia mano, la strinse e dissi allora tutto d’un fiato cosa mi premeva che sapesse, che a ogni momento buio della vita le sue poesie mi avevano aiutato, confortato un cuore debole e fraterno. Fissò davanti come se non mi vedesse, come se lo sguardo grigio mi passasse oltre, poi venne rapito da sua moglie, e sciolse la sua mano dalla mia senza che mai mi sia riuscito di toccarlo.

7 commenti:

amanda ha detto...

che peccato... almeno uno sguardo

premio petrolio ha detto...

ci si tocca in un altro modo… :/

toupie ha detto...

:( cuore in gola

Vale ha detto...

mi piace l'ultima

ma che bei gusti hai in materia poetica :)

amanda ha detto...

a me piace molto la prima, specie la chiusa... ma no proprio tutta

lillo ha detto...

beh son poesie dialettali... nell'originale hanno un altro sapore, ben più aspro...

amanda ha detto...

potevi postarci anche l'originale con la traduzione a fronte magari si coglie anche la musicalità :-)