La cosa davvero stupefacente è – dopo averci lavorato ogni singolo giorno per tutto l’ultimo anno, dopo averne impaginato il testo in prima persona e poi averlo rivisto tutto insieme al grafico, dopo averlo riletto 2 o 300 volte – accorgersi che c’è ancora un errore annidato fra le pagine. Uno solo che però lo rende umano. Non sono nemmeno dispiaciuto, però cavolo, stupefatto sì. Bestia di un libro (200 pagine!), bestia di un poeta. E poi, l’opera bellissima di Gianmaria Giannetti in copertina.
1 commento:
allora Lilluzzo come faccio a farlo mio per giocare alla caccia all'errore?
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