
Lo so che è una fesseria, ma mi è successo l’altra sera e ve lo voglio raccontare. Ero a una riunione fra le associazioni giovanili del paese, per studiarci la programmazione di alcune iniziative invernali. Stavamo tutti lì intorno a un tavolo, circa una ventina di persone, ad ascoltare un tipo di cui non ricordo il nome, portato da Livianna, uno di quei geniacci pure simpatici ma che si gasano per le cose più astruse e folli, e ‘sto tizio stava presentando una particolare rassegna cinematografica che aveva intenzione di proporci per un cineforum, legata alla scoperta dell’arte attraverso il cinema. E lui elencava una serie di film a cui aveva pensato che possono definirsi impegnativi per un esperto, figurarsi per dei profani! Roba tipo L’arca Russa di Sokurov, un film di una pesantezza allucinante che il tizio diceva avergli cambiato la vita in meglio e ho detto tutto. Altri che mi ricordo sono Bella di notte, un documentario su Villa Borghese visitata ovviamente di notte ma con una torcia elettrica, e poi i più abbordabili, e anche gli unici che ho visto: Sogni di Kurosawa con l’episodio di Van Gogh, La ricotta di Pasolini e l’ultimo di Antonioni sul Mosè di Michelangelo.
Insomma io non ero convinto, gli altri neppure ma per motivi diversi. E infatti a un certo punto Marco, il portavoce del gruppo, ha preso la parola e si è messo a discutere dell’opportunità o meno di presentare dei film che in pochi avrebbero realmente potuto apprezzare ma soprattutto discutere (sapete com’è per la gente di sinistra, se non c’è il forum costruttivo dopo allora il cine prima è stato un fallimento) e persino Luca, che è un vero esperto ma anche diplomatico come pochi, ha sollevato il sopracciglio perplesso. Insomma Marco ha detto che avrebbe preferito qualcosa di meno elitario, qualcosa di più popolare ma fatto con gusto, in modo da evitarsi le solite seghe mentali e parlare. Il povero ragazzo senza nome veniva scaricato e infatti, per il nervoso, la gamba gli si agitava così freneticamente che avrebbe potuto schizzargli via in qualsiasi momento. Io, che me ne stavo nell’angolo, mi dividevo con difficoltà fra l’interessantissimo discorso e le gambe di Vanessa, che quella sera portava la gonna (chiamiamola pure contemplazione della bellezza). Sull’espressione “seghe mentali” però mi sono illuminato. Così, il più seriamente possibile, ho preso la parola e ho detto la mia: “Scusate ma se volete qualcosa che sia da una parte un po’ di nicchia e dall’altra abbordabile per tutti, ma perché non facciamo una bella rassegna dedicata a Joe D’Amato!”
Martin in fondo alla stanza è scoppiato a ridere. Tutti gli altri sono rimasti ammutoliti e con le espressioni che andavano dalla perplessità del tipo “l’ho già sentito ma non ricordo bene dove” all’interrogativo puro. È durato tutto pochi secondi ma si potevano sentire come in un film di Sergio Leone la balle di polvere rotolare per la stanza al suono dello scacciapensieri. A quel punto Luca, l’unico altro che aveva capito, mi ha detto, quasi sbuffando: “Spiegali chi è Joe D’Amato, perché non lo sanno…” “Ma davvero non sapete chi è Joe D’Amato?” ho insistito io incredulo. Nuove espressioni di diniego. “Ma miseriaccia!” m’infuoco. “È il Martin Scorsese del cinema porno!” Lo sguardo delle ragazze si è fatto gelido, gli altri hanno taciuto. “Perdonatelo, ma certe volte se n’esce con queste idee, voi non gli date corda…” ha detto Rob ridendo, sfottendomi. A quel punto mi sono ammutolito anch’io, un po’ contrariato. Anche perché ai nostri cineforum se vengono dieci persone è un miracolo, e secondo me con Joe D’amato avremmo davvero spaccato il mondo. Invece non mi hanno preso sul serio. Pure il tipo dei film impossibili se n’è andato deluso quanto me quella sera, e almeno di questo ero contento. Meglio evitarsi altre seghe mentali.
Solo più tardi, all’arrivo di Vito, tutto si è mostrato per quello che è, un grosso imbroglio. Quando si è seduto e ha chiesto di cosa avessimo discusso nelle ultime due ore, io gli ho chiesto, a bruciapelo: “Vito, ma tu lo conosci Joe D’Amato?” “Cazzo se lo conosco!” fa Vito: “Dei pornazzi fantastici! Ma pure gli splatter non sono male!” A quel punto Annalisa, la ragazza di Vito, ha cominciato “Ma bravo! Ma bravo!” poi si è alzata ed è andata fuori a fumare seguita dalle altre ragazze. Vito ha chiesto entusiasta: “Ma perché, volete fare un cineforum sui suoi film?” E io: “No, non si può, qui non li conosce nessuno!” E Marco, guardando fisso lo schermo col viso inespressivo: “Beh io sì, li conosco.” E Rob, accanto a me: “Pure io in effetti. Cioè, per sentito dire…”
A quel punto, tirando fuori la voce in modo da abbracciarli tutti quanti con poche semplici paroline, ho detto: “Brutti stronzi che non siete altro!” e me ne sono andato fuori anch’io.