Quella volta che ho afferrato con mano
la bellezza, mi hai detto fa’ piano.
Ti stringevo ancora a me per trattenerti
e tu pensavi ti cercassi il culo.
Non ci siamo mai capiti noi ma ridevamo.
Ne ho un ricordo impastato ora
che mi tengo nelle fauci nella gola
come l’ubriaco al mattino il canto rauco.
8 commenti:
ma dai, il culo nooooooooo!almeno non subito...
è la poesia del giorno dopo ?
sì, più o meno. puoi anche chiamarla la poesia dell'anno dopo.
Adoro il tuo modo di dire sempre la cosa più inopportuna.. cosa sarebbe la vita senza un Lillo che fa arrossire chi gli sta intorno?! ;)
beh, in effetti, se non lo sai tu ale, chi può saperlo? ;D
ma vada pure la toccatina se poi è finita a ridere. anche per le mani passa la conoscenza e la poesia.
direi proprio di sì ;)
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