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mercoledì 8 agosto 2012

le dimensioni contano, non sempre

Profezia è un racconto di sole diciotto pagine. Non fatevi ingannare dalle dimensioni perché è un capolavoro...” Antonio D’Orrico.

Ecco, leggo cose come questa (nello specifico una recesione a un libro di racconti di Sandro Veronesi, qui) e mi viene da dire: ma tu che critico sei? O meglio ancora, ma che diavolo di critica fai?
Quella che mentre cerca di salvare la scrittura dal luogo (ormai) comune che una storia è più bella se è più lunga, lo ribadisce all'infinito.
Un capolavoro è un capolavoro e basta, che sia un racconto o un romanzo o una poesia, e le cose lunghe sono anche buone, ma ad altro. “Non fatevi ingannare dalle dimensioni” è, nel suo patetico tentativo di marketing spicciolo, un giudizio di fondo, un rimarcare a parole l'immaturità, o meglio ancora la regressione del lettore medio alle leggi del mercato (quello di strada) che predilige sempre, nei fatti, la quantità alla qualità, purché sia fiction.