Ieri riflettevo su due cose. Prima: Valerio Magrelli, che è uno dei Grandi, per ragioni di salute o semplicemente pratiche, ha abbandonato la carta e scrive le sue poesie ormai sul telefono oppure attraverso una apposita app che cattura la sua voce, trascrive il suo dettato; in questo si rivela modernissimo, il più moderno se si pensa che molti suoi contemporanei, e qualcuno dei miei, nemmeno sa come si accende un PC. Lui crea sul iPhone, come un ventenne di oggi. Seconda: se è vero, ed è vero, che il supporto su cui costruisci la tua opera modica il messaggio, e se è vero, e io credo sia vero (ma con riserve), che l'ultima produzione di Magrelli ha subito un progressivo indebolimento formale, mi chiedo a tempo perso (e senza risposta) se questo indebolimento può essere stato influenzato 'anche' dall'uso del iPhone e se Magrelli, in nuce, l'avesse ricercato e addirittura previsto.
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
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venerdì 19 aprile 2019
domenica 14 giugno 2015
il cookie, non la civetta, ti dissi
Sarà perché sono meridionale e i meridionali, si sa, sono di natura diffidenti oltre che tecnologicamente arretrati, ma a me tutta questa storia dei cookies mi fa quasi paura. Quello che ci ho capito io è che prima ti facevano qualcosa senza permesso, che quindi non era legale, e adesso te la fanno lo stesso ma gli devi dare per forza il permesso, perché o glielo dai o glielo dai, non ci sono altre opzioni. Ma quando glielo dai io non ho mica capito che cosa esattamente gli dai, se il permesso di fare quello che esattamente facevano già, e che ho capito solo in parte, o anche di farti tanta altra roba che nella confusione generale si è omessa.
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