Da circa un mese sono diventato direttore di un mensile, un piccolo mensile di provincia ma pur sempre un giornale che viene letto e talvolta fa opinione. Ieri è uscito il primo numero con la mia firma.
E ne sono stato contento finché non ho scoperto che la cosa buffa del diventare direttore è che non solo non guadagni nulla per il tuo lavoro o perlomeno mai abbastanza, ma che alle spalle ti danno pure del venduto, a chi e per cosa poi non si sa.
L’unica cosa buona in tutto questo sta nel fatto che per fare il direttore non avrò più il tempo di fare il giornalista e scrivere articoli angosciosi sulla politica locale. Decisamente non fa più per me. Da una parte ti rimproverano di non essere abbastanza militante (militante io? con quelle facce un po’ così quell’espressione un po’ così che abbiano noi prima di andare a fare in culo), dall’altra devi sempre stare attento a non offendere qualcuno perché qui se offendi qualcuno non è un estraneo ma il tuo vicino di casa, un amico dei tuoi, il padre della tua collega oppure il medico di tuo nonno... Insomma, un ginepraio di parentele!
Per questo credo che comincerò a mettere tutto nel cassetto e fregarmene. In fondo me lo posso permettere. Sono il direttore, che siano gli altri a scrivere di cosa accade fuori. Gli do lo spazio che vogliono. Io mi limiterò ai saluti mondani e agli inviti per degli aperitivi o presentazioni di libri noiosissimi. In fondo, come canta Cohen, il cantante muore come tutti, è la canzone che resta. Quindi perché farsi venire il sangue amaro ogni volta che non riusciamo a essere come gli altri ci vogliono?
E ne sono stato contento finché non ho scoperto che la cosa buffa del diventare direttore è che non solo non guadagni nulla per il tuo lavoro o perlomeno mai abbastanza, ma che alle spalle ti danno pure del venduto, a chi e per cosa poi non si sa.
L’unica cosa buona in tutto questo sta nel fatto che per fare il direttore non avrò più il tempo di fare il giornalista e scrivere articoli angosciosi sulla politica locale. Decisamente non fa più per me. Da una parte ti rimproverano di non essere abbastanza militante (militante io? con quelle facce un po’ così quell’espressione un po’ così che abbiano noi prima di andare a fare in culo), dall’altra devi sempre stare attento a non offendere qualcuno perché qui se offendi qualcuno non è un estraneo ma il tuo vicino di casa, un amico dei tuoi, il padre della tua collega oppure il medico di tuo nonno... Insomma, un ginepraio di parentele!
Per questo credo che comincerò a mettere tutto nel cassetto e fregarmene. In fondo me lo posso permettere. Sono il direttore, che siano gli altri a scrivere di cosa accade fuori. Gli do lo spazio che vogliono. Io mi limiterò ai saluti mondani e agli inviti per degli aperitivi o presentazioni di libri noiosissimi. In fondo, come canta Cohen, il cantante muore come tutti, è la canzone che resta. Quindi perché farsi venire il sangue amaro ogni volta che non riusciamo a essere come gli altri ci vogliono?
14 commenti:
lavorando a contatto con il pubblico, credendo in quello che faccio e mettendoci il cuore (che obsoleto modo di affrontare un lavoro!) all'inizio le critiche, mi facevano un male cane, poi ho capito che abbiamo mille teste, che tutti affrontano le situazioni in modo diverso e che tutti, anche se si fanno le cose con coscienza, non si possono accontentare, ci sto male ancora, ma tiro innanzi
:-)
innanzi mi piace :)
adesso ti dobbiamo dare del LEI?
naaa... mi basta il voi... ;)
buon lavoro, direttore.
grazie, sergio :)
te possino! allora è questo il motivo…!!! vabbè sai quanto mi fregherebbe! con un cognome come il mio… XXX:D
ti chiamerò Direttur!
pepecchio
... ah modifica il profilo, mi sembri poco inoccupato :-)
milena, ho le batterie scariche. tutto qui. non ho più voglia di esprimere idee. preferisco godermi il sole estivo.
pepecchio. direttur non mi dispiac, lo sai? :D
amanda. mi sa che hai ragione. ora devo trovare la rima giusta... ;)
metti la protezione! a tutto! :) :P
Se [frase a tuo piacimento, tanto è vera comunque] ti tirano le pietre.
Avanti, direttore!
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