Mi fanno tenerezza, e qualche volta pena, quegli scrittori ancora pieni di energia e ormoni che pubblicano a oltranza le loro foto di vent’anni fa, venti chili fa, ventimila litri fa, ma non per vanità piuttosto per paura, di non reggere il confronto coi propri libri che, se sono buoni, invecchieranno meglio. Per alcuni di loro quei libri saranno come i figli che pur vivendoti accanto non ti amano, e aspettano solo che tu muoia per prendersi la casa. Gli scrittori lo sanno e ne soffrono.
3 commenti:
che tristezza
spesso è anche vanità. e spesso è il loro io più autentico che non regge il confronto con i libri migliori. così mandano avanti un'icona di sé, qualcosa di immobile e replicabile, a costo zero, all'infinito.
ah sì la vanità fa sempre la sua parte...
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