Chissà che gli succede al nostro cinema di recente, che fa film storici sugli scrittori degli anni liceali e quando può li appella in maniera rutilante: il giovane + favoloso Leopardi di Martone (due titoli di merito perché partiva sfigato), il meraviglioso Boccaccio dei fratelli Taviani, in mezzo il Pasolini americano di Ferrara e L'Oriana (Fallaci), fiction Rai. Tutti questi film che mischiano vita, sogno e poesia hanno avuto uno straordinario successo di botteghino, e su tutti è nata, cosa rara, una lunga serie di discussioni per determinarne il valore. Quasi che il pubblico, oltre alla nostalgia, sentisse come un senso di colpa verso gli scrittori, forse di averli tanto a apprezzati a scuola ma senza averli mai davvero letti; oppure li avesse letti, uno su mille, e adesso volesse rivendicarne la proprietà, quasi fosse la loro oasi nel deserto dei lettori in cui si aggirano. Eppure il mondo va avanti, il cinema pure, e così i botteghini. Mi aspetto nei prossimi mesi, su questa scia, nuovi importanti titoli: l'incredibile Foscolo, il mirabolante Tasso, o l'evergreen di sempre: lo stupefacente Alighieri, per quanto di lui abbia già parlato fino allo sfinimento lo stupefatto Benigni.
2 commenti:
Ho visto a teatro un adattamento dell'Otello fatto da Pino lo Cascio. L'opera finiva con un mirabolante viaggio sull'Ippografo verso la luna per recuperare il fazzoletto di Desdemona.
Non me lo sarei mai aspettato, Ariosto infilato dentro Shakespeare.
Geniale.
Appena hai nominato Tasso mi è venuto questo flash.
è una cosa carina questa :)
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