In questi giorni sto chiudendo l’impaginazione di un libro, un saggio storico sull’economia rurale delle nostre zone (storie di contadini illetterati che credevano soltanto nella dignità del lavoro) fatto da un ricercatore americano a cui ormai mi sono affezionato come ad un amico, a cui ho praticamente dedicato – fra revisione traduzione, controlli, diritti, trovare i fondi per stamparlo, e tutto il lavoro grafico e di impaginazione – gli ultimi 5 mesi della mia vita, da gennaio a oggi. Proprio oggi che stavo rivedendo la bibliografia mi chiedevo chi altro sarebbe così pazzo – perché è questa la pazzia degli editori, di cui parlano tutti senza metterla a fuoco – da dedicare 5 mesi della propria vita assolutamente non ripagati da nessuno, né dalla gloria e nemmeno dalle vendite, all’opera di un altro, per il semplice fatto che è un libro che in fondo ci appartiene e deve uscire. E quanto sarebbe lecito, in un altro mondo in cui la tigna editoriale non esiste, chiedere di farsi pagare, se ci fosse qualcuno che paga e non tu che fai tutto da solo, per aver dato 5 mesi di vita a un lavoro che ormai, si spera, leggeranno quante persone? 200? 250? Che scritte e messe su carta sembrano cifre ridicole, ma questi sono i tempi che corrono, questa è la realtà che corre per i lettori che abbiamo, e non stiamo parlando di Barbero, né, d’altro canto, di Vannacci.
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
venerdì 24 maggio 2024
martedì 23 aprile 2024
rosicone
Lo so che non c'entra nulla col discorso sulla censura (in cui più o meno sono d'accordo con Travaglio) e ci faccio anzi la figura del rosicone, ma continuo a pensare a Scurati che se va in RAI gli danno 1800 euro per un intervento da 3-4 minuti e tutti dicono che è un corrispettivo nella media. Un paio di settimane fa quando sono usciti i bassi dati di vendita degli scrittori candidati allo Strega, gli scrittori dicevano che dai libri non si campa. Eppure Scurati insegna che se sei uno scrittore e arrivi a fare una comparsata in TV prendi lo stesso stipendio mensile di un insegnante o di un operaio. Se fai due comparsate o tre ti aggiri già dalle parti di un professionista. Ovviamente non è che chiamino chiunque, Scurati ad esempio (dando per scontato che tutti lo abbiano letto per come scrive e non perché ha scritto un romanzo su Mussolini) è famoso. Ma come si fa a dire che scrivendo non si campa? Bisogna scrivere e andare in TV almeno una volta al mese, ecco come si campa scrivendo. Scrivere come trampolino di lancio per la TV.