lunedì 9 agosto 2010

accadde in paradiso

Made in Heaven, ero un adolescente quando vidi questo film per la prima volta. E, come tutti gli adolescenti stupidamente romantici di questo mondo, rimasi incantato dalla promessa d’amore eterno, di un legame più forte della vita stessa e quasi simile al destino che questa bellissima storia prometteva. Anzi, in un certo modo sono quasi convinto, visto il modo in cui me lo sento ancora dentro, che tale film mi abbia in qualche modo fregato, o illuso, che là fuori, da qualche parte c’è la mia anima gemella ad aspettarmi e l’amore non sarà perfetto se non con lei. Idee molto pericolose da gestire, perché ad abusarne si finisce per rimanere soli.
A raccontare a parole di cosa parla Made in Heaven, perde molto del suo fascino. È più un film di immagini lievi e sfuggenti, di stati d’animo puri, molto on the road se vogliamo, nel senso propriamente beat di ricerca di se stessi come unica via per la felicità. Gli attori sono Timothy Atton e Kelly McGillis, giovanissimi, che interpretano due anime che si conoscono, si innamorano e si sposano in Cielo, prima che lei venga spedita sulla terra a vivere la propria vita terrena. Incapace di stare lontano dalla propria sposa, anche lui farà una sorta di patto con un angelo secondo il quale potrà scendere sulla terra a cercarla ma, una volta rinati, nessuno dei due ricorderà dell’altro e la loro dovrà essere una ricerca del cuore, basata solamente sull’istinto e sul bisogno dell’altro. Alla fine, come in ogni love story che si rispetti, l’amore vincerà e i due si ritroveranno, per strada, il giorno del loro trentesimo compleanno.
Per quel che mi riguarda questo film, oltre che condannarmi per sempre all’ideale della continua ricerca dell’amore perfetto, è stato anche il primo esempio di poesia visiva a cui ricordi di avere assistito (anche se poi, rivedendolo, ho in parte ridimensionato quella prima impressione), talmente forte da farmi piangere di commozione. A rendere ancora più forte questo stato emotivo è stata la colonna sonora, e un suo pezzo in particolare, intitolato We never danced, cantato da Martha Davis and the Motels, molto molto malinconico e con un arrangiamento tipicamente anni ’80, che mi sono portato a lungo nel cuore e che scoperto solo parecchi anni dopo essere stato scritto da quello che, nel frattempo, era diventato uno dei miei musicisti preferiti, Neil Young.

6 commenti:

Paolo Vites ha detto...

adoro questo film. purtroppo non lo fanno mai rivedere su nessun canale. neil young e tom petty fanno tutti e due una particina, e la cnazone We never danced è una gemma dimenticata del canadese. sì + un film che può far piangere. lo sapi vero che il regista aveva preparato un finale diverso in cui i due non dovevano trovarsi mai?

lillo ha detto...

no che figata, non lo sapevo... sarebbe stato tristissimo!

SCIUSCIA ha detto...

I film che ci piacciono da giovani ci rovinano la vita.

lillo ha detto...

vedi i college movie americani... ;)

amanda ha detto...

visto, pianto molto, ed ora che me lo hai fatto tornare in mente me lo cerco e me lo rivedo.

ma l'amore perfetto a volte ci discosta da quello perfettibile, ché se in due ci si mette d'impegno a "perfettivarlo" non è decisamente meno bello ed importante, ma bisogna essere decisamente in due a volerlo "perfettivare" altrimenti è una ciofeca senza commozione solo con amarezza

Anonimo ha detto...

non ho visto il film, "l’amore perfetto" non esiste.. sarebbe noioso, no ? ma sto da più di 25 anni con la stessa persona, capace di amare persino i miei diffetti. rimanere ingenui in due.. si può.
ma non avere fretta ;-)