Mangio un ghiacciolo alla stazione di passaggio
senza nome né gente un po’ come noi due. Ascolta,
il frinir delle cicale è così forte da stordire
il vento ci scompiglia persino la bacheca degli orari.
Non ti amo più e del tuo amore non resta che una stecca.
Assai più facile gettarla che conservarla in tasca
e aspettare passeggiando fra i binari.
Perché mi hai chiamato? E cosa ti aspettavi che dicessi?
6 commenti:
la poesia è bella, ma lo stecco appiccicoso, l'hai gettato vero? ;)
sì. ma non era poi così tanto appiccicoso. non più ormai.
fantastica notizia
mi devi dire qualcosa?
martin
naaa. niente di cui preoccuparsi ;)
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