lunedì 27 giugno 2011

poesia al limone

Mangio un ghiacciolo alla stazione di passaggio
senza nome né gente un po’ come noi due. Ascolta,
il frinir delle cicale è così forte da stordire
il vento ci scompiglia persino la bacheca degli orari.

Non ti amo più e del tuo amore non resta che una stecca.
Assai più facile gettarla che conservarla in tasca
e aspettare passeggiando fra i binari.
Perché mi hai chiamato? E cosa ti aspettavi che dicessi?

6 commenti:

amanda ha detto...

la poesia è bella, ma lo stecco appiccicoso, l'hai gettato vero? ;)

lil ha detto...

sì. ma non era poi così tanto appiccicoso. non più ormai.

amanda ha detto...

fantastica notizia

Anonimo ha detto...

mi devi dire qualcosa?
martin

lil ha detto...

naaa. niente di cui preoccuparsi ;)

Vale ha detto...

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