mercoledì 4 giugno 2014

tre poesie di erri de luca

TESSERA

Il nome che porto come lo zaino del contrabbandiere
è di uno zio, lui Harry, Erri io.
Nell’estate del sessantasei volevo diventare
il legno di faggio di una sedia a sdraio
dove posava il corpo illuminato a gocce la ragazza.
Sono stato il due di spade e il niente di denari,
operaio salariato e anche gratuito.
Sono stato un lardo di malaria,
dieci chili deposti a scolare su branda,
un odore di gomma nelle ascelle,
sette gradi di là dell’equatore e quarantuno in corpo.
Lì denunciai un serpente verde sotto una pietra,
l’hanno ucciso. Non ho avuto figli.
Per complimento una donna mi ha detto: che bel sangue ti esce.
Era rosso, rissoso, con le bollicine, ubriacato di ossigeno.
Amo il la minore in musica, lo strapiombo in parete.
Di tutta la macchina d’amore ho preferito i baci,
il primo, quello dopo, qualche altro non contato.
Molti amici in prigioni e negli esili
scontano il Novecento anche per me.
Nell’orecchio è rimasto qualche sparo vicino.
Alla mano basta una sera per dimenticare,
al resto di me no.


DA NOI

Da noi non si pronuncia l’ultima vocale,
le parole restano sospese.
L’inverno è viern, il resto è la stagione.
Prima e dopo sono primm’ e dopp’,
hanno più carne e ossa del presente, che è solamente:
mò.
L’ammor’ nuosto è piu tosto di amore,
più svergognata ‘a famm’ della fame,
i soldi sono ‘e sord’, il soldato ‘ o surdat’,
più sordo che assoldato.
Da noi il “c’è” non c’è, però ci sta.
Nessuno ha, però ci sta chi tiene.
Da noi non piove: chiove. La pioggia non infradicia
ma ‘nfràceta’, marcisce.
Il sangue è ‘o sang’ e vale meno di un bicchiere
d’acqua.
Da noi se devi andartene, fai che sei già partito,
pure prima di adesso, primm’ ‘e mò.
Teniamo il verbo più veloce del mondo, andare: i’.
Se te ne devi andare, t’n’ ia i’.


IO TE VURRIA VASA’

“Io te vurrìa vasa’”, sospira la canzone
ma prima e più di questo io ti vorrei bastare,
io te vurrìa abbasta’,
come la gola al canto come il coltello al pane
come la fede al santo io ti vorrei bastare.
E nessun altro abbraccio potessi tu cercare
in nessun altro odore addormentare,
io ti vorrei bastare,
io te vurrìa abbasta’.
“Io te vurrìa vasa’”, insiste la canzone
ma un po’ meno di questo io ti vorrei mancare
io te vurrìa manca’,
più del fiato in salita
più di neve a Natale
di benda su ferita
più di farina e sale.
E nessun altro abbraccio potessi tu cercare
in nessun altro odore addormentare,
io ti vorrei mancare,
io te vurrìa manca’.

1 commento:

amanda ha detto...

io sto con Erri De Luca e tu stai in anticipo di un giorno, ma meglio in anticipo che mai :)
e poi lo leggerei tutti i giorni