Se clicchi il titolo di un libro su Google la maggior parte dei siti che vengono fuori, perlomeno sulla prima pagina, sono soltanto piattaforme di vendita. Non un blog, non un sito che ne parli, che parli del libro, che lo citi, che lo recensisca o lo confuti. Dei libri più famosi capita alla seconda di trovar qualcosa, perlopiù siti istituzionali dei soliti noti che si scambiano favori. Dei meno famosi non capita nulla, mai. Ed è una cosa brutta. Perché sembra quasi che i libri siano lì solo per vendere (e non vendono). Però i libri sono soprattutto veicolo di pensiero. Se nessuno ne parla, se persino il più sfigato dei blogger non si prende la briga di scrivere due righe su di un libro che ha letto per dire la “sua”, come invece fa sul calcio, sul sessomatto o sulla politika, quel libro un poco ha fallito. E non lo dico per presunzione di autore, lo dico perché dieci anni fa, quando avevo solo il blog e non Facebook, c'erano molte più recensioni di libri in giro. E questo qualcosa significa.
3 commenti:
Non ci avviliremo mica, i libri continueremo a leggerli, a commentarli, a consigliarli o meno, a scambiarli, a portarceli in giro, a comprarli, a regalarli, ad amarli, ad odiarli
per nulla ci avviliremo! :)
Google rappresenta il lato mercificante del web, che è una fetta enorme del web, specchio preciso dell'attuale società dei consumi.
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