Uno non ci crede, soprattutto se c’ha il posto fisso, ma io lavoro 12-13 ore al giorno. Quando lo dico, noto l’espressione scocciata di Uno che pensa “ecco il solito Lillo che se la tira con la storia del lavoro culturale”, ma io non me la tiro mica e la vera stonatura è il commento che mi arriva quando gli faccio vedere cosa faccio e Uno mi dice: "Vabbe’, ma che ci vuole?". Perché, come al solito, finché non prendi la cazzuola in mano, finché a parlare non è il tuo conto in banca, tutto ciò che fai, per quanto bello, non ha dignità di lavoro.
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