sabato 6 novembre 2021

hemingway e la fiducia

Nel 1959 la rivista americana Life, che pochi anni prima aveva pubblicato con enorme successo Il vecchio e il mare, contattò Ernest Hemingway, con la ferma intenzione di bissare il precedente exploit, affidandogli un reportage. Gli proposero di tornare in Spagna e aggiornare il suo Morte nel pomeriggio, uno strano libro che, pur potendone contestare ogni singola pagina per l’argomento trattato: le corride, non riesci a tirartelo fuori dal cuore una volta che l’hai letto, per la bellezza della scrittura (la sua più densa) e per l’amore che ne trasuda e che contagia, per la Spagna.
Hemingway, nonostante all’epoca fosse già malato di quel male che poi lo porterà alla morte, si entusiasmò all’idea (dopotutto gli pagavano un viaggio per seguire l’intera stagione delle corride), fece armi e bagagli e partì. Il progetto prevedeva che si fermasse lì l’intera estate e poi scrivesse un reportage di 10.000 battute. Ma Hemingway si presentò alla redazione di Life, in autunno, con un manoscritto di 120.000 battute (praticamente un nuovo romanzo!) non tutte però all’altezza, o almeno così poi si disse, del maestro. Perciò il manoscritto venne affidato a un editor di fiducia che tagliò e tagliò fino a raggiungere l’attuale versione di 45.000 battute.
Un’estate pericolosa, questo il titolo dato al romanzo, s’incentra sul duello fra due matadores, per decidere chi dei due fosse il migliore in quell’estate. Fu l’ultimo libro pubblicato in vita da Hemingway, che nel 1961 decise di farla finita e si sparò una fucilata in bocca, e in tutta onestà non arriva nemmeno lontanamente a sfiorare l’oscuro fascino di Morte nel pomeriggio. Forse furono i tagli, forse Hemingway non ci stava più con la testa. A suo onore vorrei riportare qui sotto la più bella pagina di quel libro, o perlomeno la mia preferita, per ricordare che un grande potrà anche scrivere dei romanzi mediocri, ma basta almeno una pagina, una, splendente del suo oro, perché non perda mai la nostra fiducia.
«Pamplona non è un posto dove andare con la moglie. È molto probabile che si ammali, si ferisca o si cacci in qualche guaio, o almeno che si trovi sballottata di qua e di là e col vestito spruzzato di vino, o che ti lasci: e magari le tre cose insieme. Se qualcuno poteva girare tranquillamente per Pamplona quel qualcuno erano Carmen e Antonio, ma Antonio non ce la portava. È una fiesta di uomini e le donne combinano guai, a sé o agli altri. Ho scritto un libro su questo, una volta. Certo, se lei parla spagnolo quanto basta per capire che non la stanno insultando, ma sfottendo, se è capace di bere vino tutto il giorno e tutta la notte e di ballare con tutte le comitive di sconosciuti che la invitano, se non bada alle cose che le rovesciano addosso, se adora la musica e il rumore ininterrotto e ama i fuochi d’artificio, specie quelli che le cadono vicino e le bruciano i vestiti, se trova logico e sensato vedere come si può rischiare di farsi ammazzare dai tori gratis e per divertimento, se non si busca un raffreddore quando piove e se le piace la polvere, se gradisce il disordine e i pasti irregolari e non ha mai bisogno di dormire e tuttavia si tiene in ordine e pulita senz’acqua corrente, allora portatela pure. Probabilmente vi lascerà per un uomo migliore di voi».
(Edizione Mondadori 1986, pag. 169, traduzione di Vincenzo Mantovani).

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao,

ho letto entrambi i libri di Heminghway, e devo ammettere che grazie a questi due libri ho pianificato ben 20 anni fa due viaggi in Spagna; la prima volta sono stato a Pamplona ma ho visto solo la parte finale dell' "encierro" all'interno dell'arena; la seconda volta a Siviglia per le "ferie di April"; la vera Spagna (e i spagnoli) è indissolubilmente legata alla corrida, dispiace per gli animalisti, forse ultimamente si ha una maggior coscienza per il rispetto degli animali, ma credo che l'abolizione della corrida sia molto lontana almeno nella Spagna meridionale; da noi, specie in meridone quando ci sono le feste patronali facciamo i fuochi d'artificio, in Spagna fanno le corride

Michele Lenzi

lillo ha detto...

e pure i fuochi d'artificio se parliamo di ambiente sarebbero da abolire, a dire il giusto...

Anonimo ha detto...

vero anche questo, ma oggi parlare di ambiente è diventato trend, (non ce l'ho con te); anche prendere l'aereo per fare le vacanze alle maldive incide sull'impatto ambientale; a proposito il partito dei verdi esiste ancora? cosa dicono? e pensare che abbiamo avuto due partiti dei verdi; uno sole che ride, l'altro verdi arcobaleno...possiamo fare tutte le proteste che vogliamo, fare ogni venerdì friday for future, ma alla fine se non vai in parlamento o al governo le politiche ambientali non cambieranno mai...che se lo mettesse in testa la Greta

scusami se ho parlato d'altro

Michele Lenzi