Quando nella stessa giornata leggi prima uno scrittore piuttosto seguito che sulla sua bacheca nomina Lorenzo Calogero descrivendolo per ciò che era, un grande poeta ammirato da Ungaretti e Montale ma dimenticato dai più, tanto che sotto c'è chi osserva stupito "non lo conoscevo" e tu pensi (mordendoti pure la lingua): "Per forza, era calabrese", però non è colpa loro, alla fine nemmeno i meridionali lo sanno cosa c'è in Calabria, e allora come fai a incolpare gli altri? E poi un altro che giustamente si lamenta che quando chiede ai suoi contatti di indicargli quali sono i capolavori letterari dell'anno ognuno gli propina una lista di venti trenta titoli, come se i capolavori li potessi cogliere dall'albero come le mele. Ecco lo iato che fa la differenza, quello per cui gattopardescamente 2+2 non fa mai 4 ma tutto sempre torna, a fare i conti, in quell’atomo opaco del male per cui tutto è capolavoro, per chi ne capisce, e nessuno è genio, e si merita per questo di morire solo.
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
mercoledì 20 marzo 2024
sabato 6 gennaio 2024
fama
Autore che mi telefona il giorno della Befana. Buongiorno, mi è giunta voce che voi siete una casa editrice non a pagamento. Corrisponde a verità questa cosa? Ah benissimo, mi presento, io sono ???????? e non per vantarmi ma sono uno scrittore già molto famoso, e sempre senza falsa modestia penso di avere scritto ultimamente non uno, ma bensì due capolavori. Glieli mando in settimana che viene, poi lei mi dirà se vuole pubblicarli entrambi oppure uno solo, va bene? Lei si chiama? Ah Antonio Lillo, ed è famoso lei? Mi scusi, ma non l’ho mai sentita nominare in vita mia.
lunedì 7 dicembre 2020
capolavori
Oggi in un post di Giulio Mozzi ho letto una frase talmente semplice e vera che mi ha colpito e la riporto qui: “Se si pubblicassero solo i capolavori, non esisterebbe l’editoria”. Noi tendiamo al sublime, ma, nella maggior parte dei casi, ci muoviamo, come editori, in quella zona d’ombra o sottobosco dove qualcosa sta accadendo, ma ciò che emergerà non è detto che ci riguardi. Potrebbe darsi che domani, anche attraverso me, si darà vita a un capolavoro; oppure all’opposto che, nonostante ogni mio sforzo intellettuale ed etico, i capolavori li produrranno gli altri, magari volendo magari per caso, e tutta la mia vita sarà stata perfettamente inutile, non solo alla storia degli uomini, come già è, ma anche alla storia della letteratura e dell’arte.
(Ovviamente, il fatto che non sia un capolavoro non significa che un’opera non possa essere immensamente bella e non si meriti di essere letta, né che nel dubbio non si debba fare sempre al meglio il proprio lavoro).