Quando nella stessa giornata leggi prima uno scrittore piuttosto seguito che sulla sua bacheca nomina Lorenzo Calogero descrivendolo per ciò che era, un grande poeta ammirato da Ungaretti e Montale ma dimenticato dai più, tanto che sotto c'è chi osserva stupito "non lo conoscevo" e tu pensi (mordendoti pure la lingua): "Per forza, era calabrese", però non è colpa loro, alla fine nemmeno i meridionali lo sanno cosa c'è in Calabria, e allora come fai a incolpare gli altri? E poi un altro che giustamente si lamenta che quando chiede ai suoi contatti di indicargli quali sono i capolavori letterari dell'anno ognuno gli propina una lista di venti trenta titoli, come se i capolavori li potessi cogliere dall'albero come le mele. Ecco lo iato che fa la differenza, quello per cui gattopardescamente 2+2 non fa mai 4 ma tutto sempre torna, a fare i conti, in quell’atomo opaco del male per cui tutto è capolavoro, per chi ne capisce, e nessuno è genio, e si merita per questo di morire solo.
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
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mercoledì 20 marzo 2024
lunedì 11 luglio 2022
genio
Uno
che riesce a vendere all'asta da Christie's la cover di una sua vecchia
canzone talmente nota che praticamente la cantano anche i bambini per
1.780.000 dollari, se non è un genio uno così io non so chi lo sia.
venerdì 30 aprile 2021
botteghino
Scriveva un dirigente della RKO a Orson Welles nei primi anni Quaranta: «Orson Welles deve fare qualcosa di commerciale. Dobbiamo abbandonare i film “d’arte” e tornare con i piedi per terra. Educare il pubblico è costoso, e il tuo prossimo film dovrà essere pensato per il botteghino».
Sono cresciuto nella (errata) convinzione che spesso non fosse cattiveria, ma miopia, che di alcuni semplicemente non si riconoscesse il genio e per questo lo si sottostimasse, gli si impedisse di dare il meglio di sé. L'esperienza di Orson Welles insegna che invece spesso il talento lo si vede eccome, e proprio per questo lo si ostracizza, non perché lo si rienga "pericoloso" per il potere, come spesso ancora ci illudiamo che sia*, in un misto di vanità, orgoglio e autodifesa, ma semplicemente perché poco remunerativo. Nulla è più pericolo per il potere che un genio che non vende abbastanza al botteghino.
*Per certi versi (e paradossalmente) è un retaggio di sapore post-comunista, come diceva Ludovica Ripa di Meana in una sua poesia: io odio il comunismo per quello che ha fatto ai suoi intellettuali: non potendoli appiattire a un pensiero unico li ha eliminati tutti.
domenica 30 settembre 2018
crudeltà
Stamattina mi sono fissato sulla crudeltà. Poco fa pensavo a quanto è potente il modo, assolutamente diverso per ciascuno, in cui ogni singolo individuo vede il mondo. Così, sullo stesso pianeta, può capitare che ci sia gente come Glenn Gould, che quando suona Bach è come se stesse suonando l’aria, lo fa con una intensità che è come se riuscisse a farti vedere ogni singolo atomo di bellezza che c’è intorno. E poi c’è gente – lo leggevo ieri – che senza un apparente motivo lega le zampe a una cane, gli infila la testa in un sacco e lo abbandona per strada a morire soffocato. Che, nel mare di cattiveria che c'è oggi nel mondo, uno potrebbe farla facile e dire: “Sono degli imbecilli, oppure, sono degli stronzi!” Ma io aggiungo, anche da stronzi ce l’avranno una visione delle cose. Non riesco a smettere di pensarci, forse perché vorrei ma non riesco davvero ad arrivarci: Che cosa vedono delle persone così? Come lo sentono il mondo?
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