lunedì 7 dicembre 2020

capolavori

Oggi in un post di Giulio Mozzi ho letto una frase talmente semplice e vera che mi ha colpito e la riporto qui: “Se si pubblicassero solo i capolavori, non esisterebbe l’editoria”. Noi tendiamo al sublime, ma, nella maggior parte dei casi, ci muoviamo, come editori, in quella zona d’ombra o sottobosco dove qualcosa sta accadendo, ma ciò che emergerà non è detto che ci riguardi. Potrebbe darsi che domani, anche attraverso me, si darà vita a un capolavoro; oppure all’opposto che, nonostante ogni mio sforzo intellettuale ed etico, i capolavori li produrranno gli altri, magari volendo magari per caso, e tutta la mia vita sarà stata perfettamente inutile, non solo alla storia degli uomini, come già è, ma anche alla storia della letteratura e dell’arte. 

(Ovviamente, il fatto che non sia un capolavoro non significa che un’opera non possa essere immensamente bella e non si meriti di essere letta, né che nel dubbio non si debba fare sempre al meglio il proprio lavoro).

Nessun commento: