sabato 26 dicembre 2020

collima

 

Stamattina mi è venuto da ripensare a un poeta che un po’ di tempo fa, cercando di offendermi, dopo avermi scritto che ero scandalosamente superficiale, mi mandò il link a un pezzo di Chet Baker, una versione di “Estate” se non ricordo male, e subito dopo avermela mandata aggiunse “No, lascia perdere, non ascoltarlo, non ti collima!” intendendo che non avessi abbastanza sensibilità per cogliere la malinconica bellezza di un pezzo di Chet Baker, come invece poteva fare lui. Io, in tutta onestà, nella mia superficialità, più che per il pezzo mi sono stupito perché quella è stata la prima volta in vita mia che ho letto la parola “collima” in una frase e, forse per il suono, mi sono immaginato come una piccola altura, o una gobba, qualcosa che ti cresce addosso e che ciascuno di noi si porta dietro, come quando si dice avere il bernoccolo per qualcosa. Ecco, a me mi manca la gobba da Chet Baker. Lui mi piace anche, ma la sua tristezza non mi pesa.

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