Quando
un distributore chiude, lo dico perché ancora ieri ne parlavo con un
altro editore che ha avuto un'esperienza simile, quando chiude e non ti
paga ti brucia forte una rabbia in corpo, che io ci ho messo i mesi a
farmela passare, e solo al pensiero di tutte quelle decine di libri
prodotti a mie spese, venduti e mai pagati, fatturati anzi, così che
alla beffa aggiungiamo il danno, mi sentivo risalire un nervoso che mi
toglieva il sonno. Soprattutto li odio perché quando li
chiamavo mentivano sempre, anche di fronte all'evidenza del fallimento,
sarebbe bastato dire Siamo nei guai, o Troviamo una soluzione insieme, e
giuro sarebbe stato diverso, avrei persino lasciato perdere, accettato
l'ammanco, invece niente, Va tutto bene mi dicevano, anzi Siete voi che
state sbagliando tutto, mi dicevano, scaricando su di me la colpa, e
siccome in quei mesi mi stava morendo un padre io stupido pensavo che
forse era davvero colpa mia, che forse ero distratto, non ci stavo con
la testa, e invece no, erano proprio loro in malafede e adesso mi resta
questa sovrapposizione di una manica di ladri che senza una briciola di
pudore, o pietà, metteva il dito nella mia piaga, si approfittava del
mio dolore, e io cretino li lasciavo fare per sfinimento. La fregatura
che ho preso non me la dimenticherò mai più.
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
giovedì 13 febbraio 2025
quando un distributore chiude...
giovedì 2 gennaio 2025
editori, distributori, librerie
Stando all’elenco degli Editori Italiani registrati su Arianna, che è un Catalogo tematico, oggi, 2 gennaio 2025, ci sono in Italia 3.158 editori attivi: non sono tutti, perché sono soltanto quelli che si sono registrati (a pagamento) su Arianna. Tutti quanti insieme, gli editori in giro dovrebbero essere fra i 5 e i 6000, e incredibilmente ancora non bastano a soddisfare i bisogni di un pubblico che non fa altro che scrivere, scrivere, scrivere, senza mai riposare. Non a caso, tutti questi editori che sfornano milioni di libri, vengono messi in circolazione da circa una quindicina di distributori a carattere “nazionale”, più vari altri “regionali” e “provinciali”, che fondamentalmente guadagnano in percentuale sul prezzo di copertina del libro più di quanto entri nelle tasche di autori ed editori, se alla fine qualcosa entra. Di questi distributori il primo, oggi, 2 gennaio 2025, per numero di clienti, stando ai dati Arianna, è ALI (901 editori), che scalza dal podio Messaggerie (837), seguono Libro Co. (619), CDA (321) e Terminal (211) con cui ho lavorato negli ultimi mesi. Poi certo bisogna dirsi le cose come stanno: ALI è Mondadori e Messaggerie è Feltrinelli. Il più grande grossista italiano, per tutti gli altri, è Fastbook, ovvero Feltrinelli. E quindi se chiedi a un qualsiasi libraio, anche di quelli che si dicono orgogliosamente “indipendenti”, quali sono i primi tre fornitori con cui, per necessità o comodità, lavorano, ti risponderanno tutti inevitabilmente: ALI, Messaggerie e Fastbook, ovvero Mondadori e Feltrinelli. Quindi “indipendenti” sì, ma proprio come noi fino a un certo punto, e, in alcuni casi va detto, soltanto a parole.
martedì 5 marzo 2024
distributori (ancora)
Autore che dopo il post dell’altro giorno sui distributori continua a farmi domande per capire qualcosa che non afferra. – Ma se prendono loro (cioè i distributori) il 60% del prezzo del libro, non è come se guadagnano loro più di te che hai messo la materia prima? E se finiscono le copie dei libri, chi le ristampa, le ristampi tu? E se devi ristampare anche le copie con quello che ti rimane, dov’è esattamente che ci guadagni qualcosa? Non capisco, non mi piace. – Lo ripete tre-quattro volte di seguito, e in effetti non lo capisco nemmeno io, ma a forza di sentirglielo dire, non capisco non mi piace, non capisco non mi piace, non capisco non mi piace, mi viene da ridere e smetto di preoccuparmi. – Tanto a breve, ma questo non glielo dico, si farà tutto col print on demand e non solo tutta questa storia sarà passato, ma io stesso come editore sarò sorpassato e gli autori si autoprodurranno i libri online. Già succede, del resto. Smetteranno, insomma, di lottare per non pagare gli editori per finire tutti quanti a pagare le piattaforme digitali dei distributori. E quelli vintage torneranno in tipografia.
venerdì 4 agosto 2023
desiderio
Certe volte mi stupisco di certi discorsi sulla apparente necessità della distribuzione che vengono fuori dagli addetti ai lavori, come se avendo una migliore distribuzione i libri si vendessero di più. Ma ogni singolo dato di vendita ci dimostra che ci sono centinaia di libri ben distribuiti dalle migliori case editrici che a volte vendono meno del libricino pubblicato dal piccolo editore o addirittura del libro pubblicato e venduto in proprio su Amazon. Perché il libro non vende se lo lanci in faccia alle persone o glielo metti sotto il naso, il libro vende se le persone lo vogliono, se glielo fai desiderare, tutto qui. E se un addetto ai lavori si lamenta della distribuzione come se mancando quella gli mancasse tutto, secondo me lo fa perché non è abbastanza amato o desiderato da sentirsi tranquillo col suo pubblico.